sabato 12 settembre 2009

Piazza Bella Piazza







San Francisco, capitale mondiale del riciclaggio (di rifiuti)


SAN FRANCISCO. Riciclare è un’arte. E per chiarire che non si tratta dell’ennesima, pigra metafora pubblicitaria alla Norcal Waste Systems ti fanno entrare in una galleria,ammirare le opere e conoscere gli artists in residence, creativi a busta paga con il compito di cavare sangue estetico dall’immondizia. Sculture di lamiera neo-giacomettiane, serie fotografiche sui cromatismi di un’arancia che va a male, vasi fatti con vetrine rotte. Fuori si sentono le grida dei gabbiani che spolpano, con certosina ferocia, i rimasugli di cibo dalla spazzatura non riciclabile. “Non dovrebbero essercene” ringhia il portavoce Robert Reed, capelli a spazzola e sguardo che fa sbiadire un addestratore di West Point, “gli alimenti devono andare nel bidone verde non in quello nero. Ma gli esseri umani sbagliano”. In verità qui poco e sempre meno. Al punto che, con una quota del 70 per cento, San Francisco è - nella categoria metropoli - la capitale mondiale del riciclaggio dei rifiuti.

Non c’entra necessariamente l’ambientalismo e la mania macrobiotica, nipoti della controcultura love and peace anni ‘70. Il record è più prosaicamente figlio di un senso civico non innato (sul versante cittadini) e di un beninteso capitalismo (sul lato dell’azienda incaricata di raccolta e cernita). «Ci sono 600 mila piccoli cassonetti in città: blu per plastica, metalli e carta, verde per l’organico e nero per il resto». Li trovi se non sotto ogni palazzo, ogni due. Niente assurdi orari di raccolta e tutto il riciclabile va nello stesso sacchetto («se è complicato non può funzionare»). I camion della Norcal passano ogni mattina, ingollano il rusco come la balena di Jona e lo risputano in uno dei due stabilimenti nella prima periferia cittadina. L’«impianto di recupero materiali» del Pier 96, con vista sull’oceano, è costato 38 milioni di dollari a cui vanno aggiunti i costi di gestione. Metà l’azienda li recupera rivendendo i materiali a chi li ricicla. Il resto viene coperto dalla tasse, 25 dollari al mese, dei contribuenti. Ma a differenza di Napoli, dove la concessione a Fibe-Impregilo le garantiva tanti più soldi tante più ecoballe produceva (tagliando ogni incentivo alla differenziata), qui vale esattamente il contrario. Così, di anno in anno, più virtù significa migliori fatturati.

In questo enorme hangar arrivano i camion, tappezzati sulle fiancate da grandi immagini didascaliche, che fanno capire come gli avanzi della cena possano diventare concime per le vigne della Napa Valley. Sembra niente ma la voce di Reed si impenna: «È un modello, questo di spiegare visivamente il rapporto di causa-effetto, che ci hanno copiato tante altre città. Prima era la campagna che dava alla città, ora noi invertiamo il ciclo e restituiamo il favore». Insiste sulla comunicazione: «Sui cassonetti ci sono anche le immagini di cosa ci va dentro e le spiegazioni in 16 lingue diverse». Non si può pretendere che un vietnamita o un pachistano appena arrivati capiscano dove mettere cosa. Però se non lo fanno dopo aver visto le figurine non hanno alibi e gli addetti alla raccolta segnalano i condòmini inadempienti e contattano gli amministratori. Nel contempo alla Norcal hanno reclutato un sacco di star per spiegare perché riciclare è bello. E dal laboratorio artistico passano circa 4000 bambini all’anno per capire perché è importante.

L’alleanza tra uomini e macchine è strettissima. I materiali rovesciati dalle vetture su un nastro trasportatore vengono incolonnati verso una selezione automatica. Il primo bivio è costituito da un enorme magnete che attira a sé i materiali ferrosi. D’incanto lattine e simili prendono un’altra strada. Restano carta e plastica a ballare su nastri inclinati dove dei dischi rotanti, sfruttando in maniera incomprensibile ma efficace la gravità, spingono in alto le cose leggere lasciando cadere in basso quelle pesanti. I pezzi metallici sopravvissuti vengono espunti con un meccanismo, l’eddy current separator, che fa letteralmente saltare alluminio e rame, indirizzandoli verso un’altra linea di smaltimento. Però ci sono vetri bianchi, verdi e ambrati. Idem per le plastiche. E la carta spessa e plastificata che fine fa? Sulla sintonizzazione fine intervengono gli uomini. Ogni addetto, chino sul nastro come un viaggiatore ansiosamente in attesa del proprio bagaglio, ha un bersaglio specifico. C’è chi prende le bottiglie di birra e le fa cadere in un’apposita botola, chi separa i libri rilegati dai fogli da ufficio. Alla fine i diversi affluenti del fiume del pattume trovano uno sbocco separato nel delta dell’impianto. Carta, plastica e lattine vengono compattate in cubi da un metro e mezzo. I muletti li impilano per poi trasportarli nei container che i tir porteranno via, verso il riciclaggio vero e proprio. «Ogni giorno» calcola Reed «entrano in media 650 tonnellate di rifiuti ed escono 32 containers pieni di balle di carta, lattine, plastica. Un quarto resta negli Usa, il resto va verso i paesi asiatici».

Il compost ha un altro indirizzo. Viene prodotto in un impianto vicino al Monster Park. Se non bastasse la segnaletica per trovarlo si potrebbe seguire i gabbiani oversize, nuovi avvoltoi della rumenta. È qui che finiscono anche i rifiuti straordinari, mobili, biciclette, lavatrici: tutto quanto non può essere riciclato ma magari smontato e riutilizzato. Ed è questa la tana degli artisti-residenti. Bill Basquin, che da contratto deve trascorrere qui almeno 20 ore alla settimana, ci mostra orgoglioso una strisciata di fotogrammi sulla metamorfosi degli escrementi di elefante («ce li porta lo zoo»). Sta preparando una nuova installazione. Una grossa scatola di legno e plexiglas, tutto di risulta, dove il visitatore potrà entrare e accomodarsi su un letto di compost di due mesi, circa a metà ciclo. Dice: «È un modo per rientrare in contatto con la natura, sentire il calore che sprigiona, l’odore». Un barattolo di «Merda d’artista» di Piero Manzoni è stato battuto da Sotheby’s a oltre 120 mila euro. Prima di ghignare, rifletteteci.

Fonte: http://stagliano.blogautore.repubblica.it


domenica 6 settembre 2009

12 settembre 2009: Giornata internazionale senza sacchetti di plastica


Porta la Sporta! Liberiamoci dai sacchetti di plastica

Dovrebbe diventare una buona abitudine quotidiana, ma per ora cominciamo a farne a meno almeno per un giorno. Giusto per vedere l'effetto che fa. Sabato 12 settembre è la prima giornata internazionale senza sacchetti di plastica. Porta la sporta, è il nome della campagna organizzata dall'associazione Comuni Virtuosi insieme a MCS, Marine Conservation Society, una società inglese no profit che si occupa della tutela dell'ecosistema marino.

Già, perchè buste e sacchetti non sono solo un danno immediato per l'ambiente e uno spreco di risorse energetiche, visto che sono derivati dal petrolio, ma attraverso gli scarichi e i corsi d'acqua si trasformano in devastanti assassini per gli organismi che vivono nei mari e negli oceani.

L'International Plastic Bag Free Day è alla sua prima edizione, ma nel mondo sono già diverse le iniziative a sostegno della lotta allo spreco di plastica. Una catena di supermercati americani, ad esempio, ha indetto un concorso per la creazione di borse riutilizzabili di design, mentre in Gran Bretagna si sta costruendo una rete delle Città libere dalle buste di plastica. Per chi ha dimestichezza con ago e filo, è nato addirittura un movimento di “guerrilla” sociale: si chiama Morsbags, e in poche mosse vi spiega come costruirvi la vostra borsa per la spesa rigorosamente ecologica.

Obiettivo della campagna italiana è soprattutto quello di convincere gli amministratori locali a impegnarsi attivamente, mettendo in pratica strumenti di dissuasione dall'uso di buste, che potrebbero arrivare fino alla messa al bando degli odiati sacchetti: finora a Porta la sporta hanno aderito le regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna, e soprattutto moltissimi sindaci di piccoli Comuni, dove cominciare a cambiare stile di vita dovrebbe essere più facile.

Dall'inizio dell'anno, nel mondo, di sacchetti e bustine ne abbiamo consumati già più di 335 miliardi: in pratica, un milione al minuto. A chi non fosse abbastanza sconvolto da queste cifre, chiediamo di rispondere alla domanda di Porta la sporta: «Perchè usare per pochi minuti un oggetto che può durare cento anni?»

di Paola Zanca
Fonte: http://www.unita.it


venerdì 4 settembre 2009

Progetto "EXTENDING EQUALITY"

Con il supporto della Campagna FOR DIVERSITY AGAINST DISCRIMINATION
promossa dalla COMMISSIONE EUROPEA

CGIL NAZIONALE
SETTORE NUOVI DIRITTI
SEGRETARIATO EUROPA

Presentano il Progetto
della CONFEDERAZIONE EUROPEA DEI SINDACATI (CES/ETUC)

EXTENDING EQUALITY

ORGANIZZARE E PROMUOVERE PARITÀ DI DIRITTI, RISPETTO E DIGNITÀ,
CONTRO LA DISCRIMINAZIONE PER ORIENTAMENTO SESSUALE E IDENTITÀ DI GENERE

Per vostra consocenza
Mercoledì 16 settembre 2009 ore 9,30 – 14,30
Sala F. Santi – Cgil Nazionale
C.so d’Italia, 25 Ro
Programma:

Proiezione del Filmato
UNA SOCIETÀ DIVERSA. LA LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI IN EUROPA
Della Campagna della Commissione Europea
FOR DIVERSITY, AGAINST DISCRIMINATION


Partecipa e Conclude
MORENA PICCININI, Segretaria Confederale Cgil

Coordina
SALVATORE MARRA, Ufficio Nuovi Diritti Cgil Roma e Lazio

Apertura dei lavori
NICOLA NICOLOSI, Segretariato Cgil Europa

Relazione
MARIA GIGLIOLA TONIOLLO, Settore Nuovi Diritti Cgil Nazionale


Interventi

CATELENE PASSCHIER, Segretaria Confederale Etuc

RENATO SABBADINI, Co-Segretario Generale Ilga, the International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association

SILVAN AGIUS, Ilga Europe Policy & Programmes Officer


Pausa Caffe'

RUOLO DEL SINDACATO E DELLE ONG NELLA LOTTA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Tavola Rotonda con le Associazioni

AURELIO MANCUSO, Presidente Arcigay
FRANCESCA POLO, Presidente Arcilesbica
SERGIO ROVASIO, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
ANTONIO ROTELLI, Presidente Avvocatura per i Diritti LGBT - Rete Lenford
ROSSANA PRAITANO, Presidente Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
MARCELLA DI FOLCO, Presidente Coordinamento Trans “Silvia Rivera”
IMMA BATTAGLIA, Presidente Di’ Gay Project
GIUSEPPINA LA DELFA, Presidente Famiglie Arcobaleno


Saranno presenti
GRAZIA BRINCHI, Coordinamento Pari Opportunità Uil. I Segretari Cgil responsabili delle Politiche Nuovi Diritti territoriali, Parlamentari, Responsabili delle Associazioni.

Per informazioni contattare:
CGIL Roma e Lazio 0649205327
CGIL Nazionale 068476390