venerdì 28 agosto 2009

Epifani: sui contratti la CGIL sarà a tutti i tavoli

25/08/2009 Intervista a 'La Stampa'


Ci sono i segnali di ripresa e la disoccupazione che aumenta. I banchieri centrali ottimisti e i manager tedeschi che ammettono candidamente di attendere l’esito delle elezioni in Germania per ristrutturare le aziende. Per spiegare il momento che attraversa l’economia Guglielmo Epifani usa la metafora del pozzo: «Quello in cui siamo caduti è profondo cento metri. Siamo arrivati in fondo, ma prima di tornare all’aperto passeranno anni».

Il segretario della CGIL ci tiene a dire che fino a quel momento la sua organizzazione «farà la sua parte e avanzerà le sue proposte» per evitare ulteriori contraccolpi sul Paese. «Senza ideologismi», a partire dalla trattativa sugli imminenti rinnovi contrattuali che tanto preoccupano il leader della CISL Raffaele Bonanni: «Può stare tranquillo, non siamo intenzionati ad abbandonare nessun tavolo. Si facciano dei buoni contratti nazionali, e vedrà che ne avranno un beneficio anche le intese aziendali».

Eppure Confindustria, governo, CISL e UIL vi rinfacciano ancora di non aver firmato l’accordo la scorsa primavera.

«Non siamo mai stati ideologicamente contrari ai contratti di secondo livello. Tutti sanno i motivi per i quali non firmammo».

Ce li ricorda?

«Quell’intesa esclude dal salario aziendale metà dei lavoratori, in particolare delle piccole imprese. Noi invece siamo favorevoli alla estensione del secondo livello a tutti i lavoratori. Secondo: non tutelava il salario nazionale dall’andamento dell’inflazione. Terzo: permette la deroga al contratto nazionale sia in termini di salario minimo che di diritti sindacali».

Poi è arrivata la crisi. E le priorità sono cambiate. E’ così?

«Era inevitabile che accadesse. Ora il problema è dare un salario a chi il lavoro lo sta per perdere o l’ha perso».

Emma Marcegaglia invoca più risorse per la cassa integrazione. Eppure il governo ha stanziato otto miliardi di euro. Possibile che non bastino?

«Prima che una questione di risorse nominali, c’è un problema di applicabilità. Nella babele di norme introdotte non abbiamo ancora capito se l’estensione dei trattamenti di cassa produrrà lo stesso automatismo del passaggio dalla ordinaria alla straordinaria. Ovvero, se ad un certo punto, allo scadere delle 52 settimane, le imprese che chiederanno di farne ancora uso saranno costrette a piani di ristrutturazione. Se il governo estendesse la “CIG” ordinaria a 104 settimane, il problema non si porrebbe».

Voi temete un forte aumento della disoccupazione. Eppure gli indicatori ci dicono che la ripresa è vicina.

«Nessuno nega che abbiamo iniziato a risalire il pozzo. Ma per tornare ai livelli di produzione e di occupazione del 2007 dovremo attendere il 2013 o 2014. Su questo tema noto nel governo un atteggiamento evasivo».

Emma Marcegaglia chiede anche un fondo pubblico-privato per la ripatrimonializzazione delle imprese. E una più forte detassazione e decontribuzione del salario territoriale. Che risponde?

«D’accordo sulla prima richiesta, solo in parte sulla seconda. E’ vero, esiste un problema, tuttora irrisolto, sulla decontribuzione di una parte del salario aziendale che non ha copertura da parte dello Stato. La detassazione del salario aziendale al 10% è sufficiente. Il problema è che di accordi se ne fanno pochi per le resistenze delle imprese».

Questo atteggiamento non è per loro un ottimo alibi? Se voi dite no all’aumento della detassazione, il secondo livello non decolla. La Marcegaglia è preoccupata di questo.

«Le cose vanno viste nella loro concretezza. Nonostante il no all’accordo, noi saremo responsabilmente seduti a tutti i tavoli. Si facciano dei buoni contratti nazionali, se si ascolterà quel che ha da dire la CGIL ci sarà anche la nostra firma con il voto dei lavoratori. Il punto è che mentre i salari italiani restano i più bassi d’Europa, l’Irpef è l’unica voce di entrata che non conosce crisi. La via d’uscita è la riduzione fiscale di tutti i redditi da lavoro».

Se il governo lo facesse, si aprirebbe una voragine nei conti pubblici.

«Le soluzioni si possono trovare. Ciò che non accetto è l’idea di far pagare sempre il prezzo del risanamento ai lavoratori a reddito fisso e ai pensionati. Su questi temi ci sono state posizioni incoraggianti sia di Confindustria che della Banca d’Italia: detassare i salari sarebbe un ottimo modo per sostenere la domanda interna, tanto più in questa fase».

Invece di abbassare le tasse a tutti, non è meglio dare più salario a chi se lo merita rafforzando i contratti aziendali?

«Che c’è di meritocratico nello stabilire i salari semplicemente in base al luogo in cui li si concorda? Incentivare la meritocrazia non ha solo a che fare con il contratto aziendale».

La crisi farà salire la spesa per pensioni e il governo sarà costretto a discutere di come ottenere maggiori risparmi. Anche in questo caso farà la sua parte?

«I problemi sulla previdenza sono due: garantire una pensione dignitosa ai giovani che ci andranno con il sistema contributivo e un’età flessibile di uscita dal lavoro per chi ha i requisiti della vecchiaia. Sono le stesse cose che talvolta ho sentito dire nel Pdl da Giuliano Cazzola. Ma anche su questo vedo il governo distratto. Così come è assente sulla disciplina dei lavori usuranti e sul potere di acquisto delle pensioni».

giovedì 27 agosto 2009

Lavoro: CGIL, da Sacconi troppa enfasi su dato voucher

“I dati sul lavoro accessorio sono stati esposti in modo disinvolto e con eccessiva enfasi”. A puntualizzarlo è il responsabile del dipartimento Politiche attive del lavoro della CGIL Nazionale, Claudio Treves, in merito al dato relativo all’uso dei voucher, così come fornito nei giorni scorsi dal presidente dell’INPS e dal ministro del Lavoro, arrivato alla cifra di 1.155.439, acquistati nel periodo dall’agosto 2008 al luglio 2009.

Un dato, rileva il dirigente sindacale, “eccessivamente enfatizzato mentre serietà vorrebbe, ai fini di un corretto apprezzamento di questo dato, che si dicesse che l’uso dei voucher era possibile fin dall’estate del 2008, limitato alla sola vendemmia e per prestazioni rese da pensionati e studenti: a quanto ammonti questo tipo di ricorso non è dato sapere”. Inoltre, aggiunge Treves, “l’attuale governo, fin dal suo primo provvedimento (agosto 2009, legge 133) ne ha esteso l’utilizzabilità per molte altre fattispecie vuoi di soggetti vuoi di prestazioni (baby sitter, studenti nei periodi vacanza, lavori stagionali in agricoltura, insegnamento privato, manifestazioni sportive, ecc.), così come da febbraio 2009 (legge 33) questo strumento è stato poi esteso anche ai titolari di CIG, ordinaria e in deroga”.

Prima che le nuove norme fossero applicabili, ovvero giungo 2009, dai dati del Ministero del Lavoro, “i voucher emessi - rileva Treves - erano 830.000 e i beneficiari 30mila, quindi l’effetto della nuova normativa è di 320.000 voucher in più. Ad esempio, se si pensa che per la sola vendemmia 2008 nel solo Veneto i voucher, emessi con la vecchia normativa, furono 173.000, ne consegue che l’incremento è piuttosto misero, e non tale da giustificare entusiasmi”.

Per questo, spiega il sindacalista, “se non si vogliono contare mele, pere, e salami insieme, ma soprattutto per poter apprezzare e ragionare sui risultati di scelte politiche si dovrebbero scorporare i dati riferiti alla normativa 2008 da quelli relativi alla nuova normativa in vigore dall’agosto 2009: si scoprirebbe così la furbizia un po’ maldestra del Ministro e dell’INPS. Così come si dovrebbe segnalare a quanti lavoratori, o quante giornate/lavoro e a quale importo, corrispondono questi dati. Ma è proprio ciò che non è possibile fare, perché la norma non consente di sapere ogni singolo ‘percipiente’ per quanto tempo è impegnato, e quindi si presenta come una via, legale, all’evasione contrattuale, contributiva e fiscale”. Infatti, fa sapere il dirigente della CGIL, “di tale rapporto non necessita lasciare traccia né nel Libro unico del lavoro, né comunicarlo anticipatamente ai Centri per l’impiego. E all’eventuale ispettore è sempre possibile rispondere che la persona trovata lì a lavorare sarà pagata con il voucher, e che si tratta della sua ‘prima giornata’ di impiego”.

“Invece di incaponirsi su un sistema con molti aspetti negativi - conclude Treves - si dovrebbe invece da parte del governo impegnare tutte le forze politiche, sociali e culturali in una vera battaglia contro il lavoro nero ed irregolare, e per politiche mirate di sostegno ai processi di emersione, come fu tentato con qualche successo negli anni 1998-99 e 2007-08 con il convinto impegno delle parti sociali”.
Fonte: http://www.cgil.it


martedì 25 agosto 2009

Comunicato Rsu Slc Cgil Atesia 25.08.2009

CONTRO OGNI INTOLLERANZA

In virtù degli episodi di Omofobia avvenuti a Salerno Roma e Rimini negli ultimi giorni, le Rsu Slc Cgil Almaviva Contact esprimono la propria solidarietà alle coppie di omosessuali vittime di violenza, nonché preoccupazione per il clima di intolleranza diffuso nel paese.
Da sempre la CGIL ha sollevato la necessità di un confronto serio per l’approvazione di una legge che tuteli le unioni omosessuali e ponga fine alla discriminazione in molti posti di lavoro.


Costituzione Italiana: art.3
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

RSU SLC CGIL ALMAVIVA CONTACT


domenica 2 agosto 2009

Comunicato Segreterie nazionali Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil su incontro 28.07.09


Il giorno 28 luglio si è svolto a Roma, presso la sede dell’Unione Industriali, un incontro fra la Società Almaviva, le Segreterie Nazionali e territoriali di SLC-CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL ed il Coordinamento Nazionale delle RSU.

Sul piano generale Almaviva dichiara che nel primo semestre del 2009 ha concentrato il proprio impegno sulla tenuta occupazionale del Gruppo, mirando a saturare quanto più è possibile i carichi di lavoro dei diversi centri. Questo impegno è stato mantenuto, a detta dell’Azienda, sacrificando anche una parte dei margini di profitto prodotti. In termini numerici questo si traduce, nelle dichiarazioni aziendali, in un aumento del fatturato di 7 milioni di euro e un MOL “fermo” ai livelli del precedente anno (circa 5 milioni di euro)

Per quanto attiene le singole sedi i rappresentanti aziendali hanno presentato una situazione composita.

Su Milano Almaviva ha annunciato di aver vinto la nuova gara per il call center del Comune. L’Azienda sta partecipando alla gara “Edison” accettando di cambiare il modello di fatturazione, passando da quello “a postazione” a quello “ad evento gestito”, abbassando la soglia di margine a vantaggio della maggiore saturazione possibile dei carichi di lavoro del sito.

Su Roma l’Azienda dichiara che la strategia messa in campo sulla commessa TIM, carichi di lavoro stabili in cambio di un ribasso delle tariffe di circa il 10-12%, sta dando i suoi frutti in termini di corretta pianificazione. Almaviva afferma di avere però ancora dei problemi seri sul versante della qualità. La politica di ribasso dei costi poggia, a detta dei rappresentanti aziendali, sull’obbiettivo di ridurre di circa il 6 % l’incidenza delle penali. Ad oggi Almaviva dichiara di essere ancora lontana dall’obiettivo. Per questo ha iniziato, sul sito di Roma, un programma di monitoraggio costante della qualità erogata finalizzato alla diminuzione dell’incidenza delle penali . Al momento Almaviva dichiara che il sito di Roma ha perso nell’ultimo semestre ulteriori 4/5 punti percentuali di marginalità, attestandosi a -1.2%. Nei prossimi mesi l’Azienda ha annunciato un forte impegno, anche in termini formativi, teso ad invertire questa tendenza.

A Napoli la situazione della campagna Vodafone continua a presentare segnali di forte miglioramento. Almaviva dichiara che l’abbassamento dei carichi di lavoro garantiti da Vodafone è stato coperto dall’aumento della commessa Fastweb (quest’ultima ha però, a detta dell’azienda, margini più bassi).

Su Palermo “Marcellini” l’Azienda ha presentato la situazione più difficile. Almaviva ha annunciato i volumi di lavoro pianificati da Wind, evidenziando come sul “159” sia prevista, sino a fine anno, una diminuzione del 59%, del 18% sulla “retention preventiva” e del 27% sul “fisso” (su quest’ultimo dato la previsione arriva a fine ottobre). Al momento l’Azienda ha predisposto una pianificazione delle ferie molto stringente per diminuire quanto più è possibile gli effetti di questa contrazione. Per il prossimo futuro Almaviva ha dichiarato che, in caso di vincita della gara “Inps”, Palermo sarà il centro di sviluppo della commessa.

Il centro di Catania è, nell’esposizione aziendale, quello che presenta la situazione migliore. L’Azienda ha in programma di aumentare il peso della commessa Enel.

La situazione di Alicos, pur continuando a risentire della non risoluzione del debito di 7 milioni di euro della vecchia Alitalia, sta vedendo una certa stabilizzazione dei volumi (sia sulla commessa TIM che su quella Alitalia). Alitalia ha espresso, a detta di Almaviva, la volontà di rinnovare la commessa scaduta lo scorso 30 giugno.

Le OO.SS. dal canto loro hanno sottolineato come il tema della tenuta occupazionale, sebbene di massima importanza, non possa essere perseguito tralasciando gli impegni sottoscritti dall’Azienda nel Contratto Integrativo Aziendale. Pur apprezzando i miglioramenti registrati sul fronte delle relazioni sindacali, auspicando comunque un migliore raccordo di quanto avviene sulle singole sedi con l’impostazione “nazionale” su alcune tematiche specifiche, le OO.SS. hanno marcato alcuni punti sui quali occorre che l’Azienda continui a dare segnali positivi.

Sulla questione dell’estensione dell’orario di lavoro, il Sindacato ha chiesto ed ottenuto l’impegno a realizzare un’ ulteriore centinaio di passaggi a 6 ore. Questi saranno ripartiti nel mese di settembre sulle varie sedi ad eccezione di quella di Palermo “Marcellini” in virtù dell’attuale momento di difficoltà.

Sulla questione delle ulteriori stabilizzazioni l’azienda si è dichiarata disponibile ad effettuare un Piano di stabilizzazioni. Ai primi di settembre le parti si incontreranno nuovamente per concretizzare il Piano, stabilendo i criteri generali con i quali si procederà poi nelle singole sedi. L’Azienda ha accettato comunque il principio che i lavoratori che oggi prestano la propria opera con l’inquadramento al 3° livello contrattuale non potranno essere stabilizzati con un livello inferiore. La definizione delle quantità e delle tipologie dei part time (se a 4 o più ore) verrà lasciata all’analisi e al confronto che si svolgerà in sede territoriale, compatibilmente con le esigenze e le prospettive di singoli centri.

Per quanto attiene la situazione dei lavoratori con contratto di “apprendistato” in scadenza a fine anno, Almaviva ha dichiarato di averne in programma la trasformazione della quasi totalità in contratti a “tempo indeterminato”.

Sulla questione del Premio di Risultato le OO.SS. hanno chiesto nuovamente che venga riconosciuto dall’Azienda una cifra “una tantum”. Le parti hanno convenuto sulla esigenza di rivedere i criteri ed i parametri di ripartizione. Al momento il PdR del 2010 resta legato al raggiungimento del pareggio di Bilancio.

Sulla questione delle delocalizzazioni l’Azienda ha dichiarato, a precisa domanda delle OO.SS., che Almaviva non ha in programma di portare all’estero quote significative di lavoro del mercato italiano. Attualmente le sedi estere di Almaviva sono, sempre a detta dell’Azienda, concentrate quasi esclusivamente sui mercati di riferimento.
Sulla questione della razionalizzazione delle sedi di lavoro, Almaviva dichiara di avere in corso uno studio. Gli eventuali cambiamenti di sedi risponderanno non solo a criteri di razionalizzazione ma saranno concentrati a risolvere anche situazioni di maggiore criticità sul tema dell’igiene e della sicurezza degli ambienti di lavoro. L’Azienda dichiara destituita di ogni fondamento la voce di un prossimo spostamento della sede di Napoli nel territorio del comune di Quarto.
A conclusione dell’incontro le parti hanno stabilito di aggiornarsi ai primi giorni di settembre.

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL,FISTel-CISL,UILCOM-UIL