sabato 29 dicembre 2007

Mobility manager in Atesia?

Fonte: http://management.monster.it/4883_it_p1.asp

Tutto casa e ufficio? È il mobility manager...
Un'esigenza che sconfina in un decreto legge. La mobilità intelligente è una strategia che permette di risparmiare costi e tempi, incentivando i trasporti alternativi. Bici compresa...
Vi è stato mai chiesto di fare car-pooling o di organizzarvi per un ride matching? Non spaventino gli inglesismi, di cui ormai siamo sommersi, car pooling significa semplicemente condividere un'auto con altre persone, stabilendo, appunto, un ride matching, un percorso che sia comodo per tutti.
Sono queste alcune delle nuove frontiere del mobility management. Nuove relativamente. In Italia, le tecniche per l'organizzazione del tragitto casa-lavoro dei dipendenti sono al vaglio almeno dal 1998, anno del decreto Ronchi sulla mobilità sostenibile. Se la decisione di fare insieme ai propri colleghi il viaggio da casa al lavoro è stato, fino a qualche tempo fa, appannaggio del buon senso e del livello di socievolezza individuale, da non molto la mobilitazione intelligente è diventata una legge.
Il decreto sulla mobilità urbana prevede infatti che le aziende con più di 300 dipendenti localizzate in zone a rischio di inquinamento debbano assumere un mobility manager aziendale. Che, di concerto con il mobility manager di area, figura parallela istituita dal comune di riferimento, stipuli un piano annuale della mobilità aziendale.
Secondo l'ente per le nuove tecnologie l'energia e l'ambiente (ENEA), a causa della congestione dei mezzi di trasporto, ogni anno vanno persi dal 4 al 10% del Pil nazionale.
L'inquinamento non è dunque l'unico problema causato dal traffico.
La figura del mobility manager interviene in azienda quando il numero dei dipendenti giustifica una pianificazione degli spostamenti in linea con i principi del risparmio (di tempo e di consumi) unitamente al rispetto dell'ambiente. Attraverso la promozione di mezzi di trasporto collettivi o non motorizzati, il mobility manager interviene con politiche di marketing interno sulla base delle caratteristiche peculiari della domanda di mobilità dei dipendenti.
Dal parcheggio gratuito per chi condivide l'auto con i colleghi, agli sconti sull'abbonamento dei mezzi pubblici fino alla concessione di auto collettive (car-sharing), ciclomotori e biciclette (realtà più nordica che mediterranea) la mobilitazione intelligente prevede anche la ripianificazione degli orari d'ufficio, concentrandoli lontano dalle ore di punta e scaglionando l'uscita dei dipendenti tenendo conto, per esempio, delle loro esigenze di car pooling.
È necessario che il mobility manager sia in grado di elaborare piani di viabilità che spesso prevedono anche il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche per l'elaborazione di servizi di trasporto ad hoc, sempre nell'ottica del risparmio di costi e di tempi. Il background di un mobility manager spazia quindi dall'architettura all'ingegneria (urbanistica o gestionale) ma sta crescendo il numero di corsi di formazione specifici post laurea.
Euromobility, l'associazione nazionale dei mobility manager, si preoccupa di monitorare la situazione mobilità/viabilità, che in Italia comincia ad essere percepita anche se con una certa circospezione, e di "contribuire a creare e diffondere la cultura della mobilità" anche nel nostro Paese. Lo scopo è quello di fornire un punto di riferimento e focalizzare l'importanza del mobility manager come figura aziendale a pieno titolo.
Nonostante una scarsa attitudine verso i problemi ambientali (e logistici) caratteristici della nostra nazione, Euromobility ha messo a punto un piano d'azione per coinvolgere anche le aziende con meno di 300 dipendenti e quelle che non necessariamente risiedono in aree a rischio.
E contribuire a portare il numero dei mobility manager nominati da 273 ad almeno 1071 (per il momento, ma dovrebbero essere circa 2600) facendo leva sulla comprensione di un problema, traffico, sprechi e inquinamento, che ha bisogno di maturare un po' di più.
Da domani in bicicletta?

Alessandra Santangelo


Scheda sintetica sul Mobility manager

sabato 22 dicembre 2007

APPELLO:SOSTENIAMO LA LOTTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI ATSnet

MANDATE UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETA’
E VENITE DOMANI, MERCOLEDI 19 IN PIAZZALE DELL’INDUSTRIA!
MAI COME IN QUESTO CASO L’APPELLO CHE VI RIVOLGIAMO E’ UN INVITO A FARVI SENTIRE. E LA STORIA CHE VI RACCONTIAMO E’ UN PEZZO DI STORIA DI QUESTO PAESE DOVE PRECARIATO E MORTI BIANCHE CONTINUANO A SEGNARE IL MONDO DEL LAVORO.
E’ la storia delle lavoratrici e dei lavoratori della ATSnet operanti presso la General Motors di piazzale dell’Industria, che stanno presidiando da giorni la sede di lavoro dalla quale sono stati espulsi. Amaramente diciamo: bel regalo di Natale…
Si tratta di 41 lavoratrici e lavoratori con contratto progetto con la ATSnet (che lavora tra l’altro per American Express, Cityfin, Opel e altre aziende multinazionali) dedicati da anni (addirittura dal 1998!) a svolgere attività si servizio clienti per la GMAC (General Motors finanziaria) dentro la sede GMAC con attività di contact center.
NIdiL CGIL da gennaio ha cercato il dialogo con l’azienda per avviare un percorso di stabilizzazione, ma sia la ATSnet, sia la GMAC si sono rifiutate di sedersi ad un tavolo di confronto negando di avere collaboratori!
Dopo l’ennesimo tentativo di avviare un confronto, le lavoratrici e i lavoratori ATSnet operanti all’interno della sede GMAC (i cui contratti scadono il 31 dicembre) stanchi dell’atteggiamento delle controparti non hanno abbassato la testa e pur sapendo di mettere a serio rischio la possibilità di avere proroghe di contratto, sono comunque entrati in sciopero per denunciare la chiusura dell’azienda e la persistente irregolarità contrattuale nei loro rapporti.
La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori ATS ha ottenuto intanto un coinvolgimento diretto di varie forze politiche e dell’Assessorato al Lavoro della Regione Lazio che ha convocato le parti il 14 dicembre scorso avviando (finalmente) un confronto. All’incontro era presente anche il Presidente della Commissione Sicurezza e Lavoro del Comune di Roma. Gli assessorati al lavoro di Regione, Provincia e Comune si sono fatti promotori di richiedere un incontro alla GMAC per capire come voglia ad operare sul mercato romano senza continuare ad infrangere le leggi del mercato del lavoro.
Purtroppo, nel frattempo, la GMAC ha risposto impedendo loro l’ingresso in azienda disabilitando i badge personali e utilizzando lavoratori di altre aziende!
Le lavoratrici e i lavoratori ATS hanno uno straordinario bisogno di solidarietà e soprattutto della vostra, iscritti e simpatizzanti di NIdiL CGIL che sapete bene cosa significhi precariato!
Anche un messaggio può aiutare. Vi preghiamo, perciò, di inviare un messaggio di solidarietà al seguente indirizzo mail: precari.ats.gmac@gmail.com.
Ma soprattutto vi invitiamo a fare un po’ di spazio nei vostri impegni e trovare il tempo per venire domani, mercoledì 19 alle 11,30 alla manifestazione a sostegno del presidio in piazzale dell’Industria 40 (EUR).
Per chi non disponesse di mezzo proprio, piazzale dell’Industria è raggiungibile con: 30, 170, 703, 708, 762, 763, 764, 765, 767, 777, 778, 779, 791.

martedì 18 dicembre 2007

orario multiperiodale

La proposta dell'orario multiperiodale prevede una media annua di 30 ore lavorative settimanali. Nei mesi di maggior traffico telefonico il lavoratore svolgerà la sua attività lavorativa con un orario che può arrivare alle 8 ore giornaliere; nei periodo di ridotto traffico telefonico l'orario giornaliero sarà minore (fino a un minimo di 4 ore lavorative giornaliere). Lo stipendio sarà comunque sempre pari a quello di un part time al 75%.

sms del 18.12.07

Cgil: sindacato Roma non ha firmato accordo; nazionali altri territori sottoscritto passaggio livelli. A gennaio prosegue trattativa su estensioni; leggere comunicato

venerdì 23 novembre 2007

la prima domanda che dobbiamo farci è: abbiamo ottenuto quello che volevamo?

E' trascorso quasi un anno dall’accordo che ha avviato il processo delle stabilizzazioni in Atesia; credo sia un tempo sufficiente per fare un bilancio. È vero, l’accordo non è stato attuato completamente – manca ancora l’ultima tranche di stabilizzazione – ma è ormai tempo di chiederci se stiamo andando nella direzione giusta. Del resto non siamo neanche certi se l’accordo sarà applicato integralmente e, soprattutto, si nutrono forti dubbi se sarà realizzato quello che era l’obiettivo principale dell’accordo: l’eliminazione della precarietà.
Molti di noi hanno lasciato alle spalle, sia pure con sofferta rinuncia ai diritti pregressi, la precarietà lavorativa ma vivono il disagio della precarietà retributiva. Alcuni di noi hanno trovato un secondo lavoro, spesso a progetto, ma così sono costretti a rinunciare al tempo libero o a quello dedicato agli affetti, agli interessi culturali o di altro tipo.
Altri ancora bussano alle porte di Atesia, disposti ad accettare un contratto qualsiasi, perpetuando così una situazione che credevamo destinata a scomparire..….(commenta)