mercoledì 28 gennaio 2009

Comunicato Rsu Slc Cgil Atesia/Fistel Cisl 27.01.09

COMUNICATO PRO TEMPORE

Nell’incontro tenutosi in data 26/01/2009 l’Azienda ci ha comunicato che i lavoratori definiti pro-tempore con orario temporaneo fino alle 17.00 venivano finalmente ricollocate all’interno della propria fascia (7.00/16.00). Questo avveniva dopo una forte pressione da parte delle rsu.

Roma 27/01/2009
Rsu Slc-Cgil/Fistel Cisl


Comunicato Rsu Slc Cgil/Fistel Cisl Almaviva C.( Atesia) 26/01/2009

PASSAGGI DI LIVELLI INQUADRAMENTALI

Nell’incontro svoltosi in data 26/01/2009 tra Rsu e Direzione aziendale quest’ultima ha comunicato che verranno effettuati i passaggi dal 3° al 4° livello inquadramentale della tranche prevista a dicembre 2008 come sanciti nell’accordo sindacale siglato dalle OO.SS Slc Cgil/Fistel Cisl/Uilcom Uil e AlmavivaContact / Atesia il 21 maggio 2008 e che riguardano tutti i lavoratori subordinati presenti in azienda al 31/12/2006.

La richiesta di effettuare tali passaggi anche in presenza di una procedura di Cassa Integrazione è stata avanzata e ottenuta dalle OO.SS Slc Cgil/Fistel Cisl/Uilcom Uil così come si legge nel verbale di consultazione del 14/01/2009.

I passaggi inquadramentali della tranche di dicembre 2008 interessano 113 lavoratori Almaviva Contact con anzianità contrattuale fino a febbraio 2002 e 149 lavoratori ex Atesia con anzianità fino a luglio 2006.

L’azienda applicherà i criteri di professionalità acquisita al biennio 2007/2008 (DECISI UNILATERALMENTE dall’azienda e che si traducono anche nel numero di malattia brevi effettuate). L’azienda inizierà a convocare i lavoratori già da questa settimana.

Invitiamo tutti i lavoratori a rivolgersi alle rsu nel caso dovessero riscontrare anomalie riguardanti la loro posizione.

Rsu Slc Cgil/Fistel Cisl Almaviva C.( Atesia)
26/01/2009


martedì 27 gennaio 2009

27 gennaio: giornata della memoria della Shoah

"Raccontare poco non era giusto,
raccontare il vero non si era creduti,
allora ho evitato di raccontare.
Sono stato prigioniero e bon, dicevo."

Dalle memorie di un internato


27 gennaio: giornata della memoria della Shoah

Primo Levi
Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


domenica 25 gennaio 2009

Federalismo e contratti due scatole vuote

Nella stessa settimana del voto al Senato sul federalismo fiscale il governo aveva convocato le parti sociali e le Regioni per discutere le misure anticrisi.
Questo e solo questo era l'ordine del giorno per il meeting a Palazzo Chigi di venerdì 23 gennaio. La discussione è durata pochi minuti. (...).
Le Regioni presenti al meeting di venerdì hanno obiettato al ministro dell'Economia che non avrebbero accolto le sue richieste se prima egli non avesse indicato quali erano le risorse che lo Stato metterà sul tavolo da parte sua e tutto è stato rinviato a giovedì prossimo.
A questo punto Epifani si è alzato ritenendo che la riunione fosse terminata ma ha constatato con stupore che tutti gli altri rappresentanti delle parti sociali (sindacati, commercianti, banchieri, cooperative, Confindustria) restavano seduti. Ha chiesto se c'erano altre questioni da esaminare. "Visto che siamo qui tutti" ha risposto Gianni Letta "utilizziamo l'incontro per discutere la riforma contrattuale".
La signora Marcegaglia a quel punto ha distribuito un documento sulla contrattazione privata e il ministro Brunetta ha distribuito un altro documento sulla contrattazione del pubblico impiego. Epifani ha chiesto 24 ore di tempo per l'esame dei due testi, preliminare alla discussione che ne sarebbe seguita.
Silenzio assoluto. "Debbo dedurre che i testi non sono emendabili?", ha domandato il segretario della Cgil. Ancora silenzio. A questo punto Epifani ha preso la via dell'uscio senza che alcuno lo trattenesse.
Mi spiace di non aver letto questo racconto sui giornali di ieri, eppure esso fa parte integrante dello "storico" incontro sulla riforma dei contratti ed è - diciamolo - abbastanza stupefacente.

Ma andiamo al merito di questa riforma che il maggior sindacato italiano non ha firmato.
E' vero che essa diminuisce l'importanza del contratto nazionale e rivaluta il contratto di secondo livello agganciandolo alla produttività. Ed è vero (come ha ricordato Enrico Letta sul "Corriere della Sera" di ieri) che questa rivalutazione é suggerita dalle mutazioni dell'economia post-industriale ed era già stata proposta dal governo Prodi. Quante buone cose aveva avviato il governo Prodi, vengono fuori un po' per volta e una ogni giorno; alla fine i suoi truci nemici di ieri gli faranno costruire un monumento in vita, magari a cavallo della sua bicicletta.
Basta. E' anche vero che la riforma prevede un'inflazione al tasso adottato dalla contabilità dell'Eurostat al netto delle importazioni di beni energetici. Questo punto di riferimento è probabilmente migliore dell'inflazione programmata usata finora nei contratti. Ma qui cessano le virtù della riforma. Vediamone i difetti.
1. Riformare i contratti e agganciarli alla produttività in una fase di recessione, licenziamenti, diminuzione produttiva è come costruire caloriferi all'Equatore e frigoriferi ai Poli. Ma, si obietta, almeno la riforma sarà già pronta quando la crescita riprenderà.
2. L'accordo firmato venerdì non è un vero accordo sindacale e infatti si chiama "linee guida". Documento di indirizzo. Dopo la sua approvazione saranno discusse le linee guida di area e infine si arriverà ai contratti nazionali di categoria veri e propri. Diciamo che la costruzione è alquanto barocca, le linee guida sono più o meno un altro scatolone come la legge delega sul federalismo. Ma da dove viene l'urgenza?
3. L'urgenza viene dal fatto che Confindustria e sindacati (assente la Cgil) avevano stabilito il valore del "punto" retributivo al quale applicare il tasso d'inflazione Eurostat per determinare l'ammontare dei contratti di categoria. Il valore di quel "punto" è inferiore a quello attualmente vigente e sul quale sono stati costruiti i contratti fino a questo momento: inferiore di un 15 per cento nella migliore delle ipotesi. Non so se Enrico Letta fosse al corrente di questo piccolo dettaglio. Forse non guarderebbe con tanto ottimismo all'accordo di venerdì scorso.
In sostanza l'operazione prevede una piattaforma al ribasso dei contratti nazionali, da recuperare nei contratti di secondo livello che saranno stipulati azienda per azienda, con esplicita esclusione di contratti di "filiera" riguardanti aziende di analoga struttura e produzione.
Poiché il 95 per cento delle imprese italiane sono di piccolissime dimensioni, ciò significa che per una moltitudine di lavoratori il contratto di secondo livello non ci sarà mentre il contratto nazionale di base partirà con una decurtazione notevole.
E' così che stanno le cose? Lo domando alla signora Marcegaglia e a Bonanni e Angeletti. Sarò lieto di essere smentito sulla base di fatti provati, ma se così è, a me sembra scandaloso.

Il commento di E. Scalfari
Fonte: http://www.repubblica.it

Accordo separato sulla riforma dei contratti, Epifani: "E' la legge della giungla. Un Paese diviso non supera la crisi"

"Mi chiede con quali regole si rinnoveranno i prossimi contratti? Con quelle della giungla, con la legge del più forte". Il giorno dopo la rottura sul sistema contrattuale, Guglielmo Epifani, leader della Cgil, non nasconde l'amarezza per un epilogo che - dice - ha cercato di evitare fino all'ultimo minuto. Il più grande sindacato è rimasto fuori da quella che è nei fatti la nuova costituzione per le relazioni sindacali. Una situazione che non ha precedenti. "E che - sostiene Epifani - è molto più grave delle rotture dell''84 sulla scala mobile e del 2001 sul patto per l'Italia".

Ma allora perché non ha firmato? Meglio la giungla?
"Perché il testo che ci è stato presentato a Palazzo Chigi non era modificabile e non rispondeva in alcun modo alla posizione unitaria di Cgil, Cisl e Uil e approvata dai lavoratori. Quel testo è figlio della paura di fronte alla crisi. Anziché scommettere sulla funzione positiva che può avere la contrattazione per rendere più unito il Paese, la si limita a livello nazionale e la si comprime nelle aziende".

La riforma, però, punta proprio a rafforzare il ruolo della contrattazione in particolare quella in azienda.
"Rispondo che il contratto nazionale finirà per ridurre strutturalmente il potere d'acquisto e la contrattazione di secondo livello non sarà affatto estesa. Ma c'è di più: c'è un'idea di derogabilità del contratto nazionale tutta in negativo e un'interpretazione del diritto di sciopero del tutto lesivo del dettato costituzionale perché si fa stabilire alle parti sociali chi ha diritto a proclamare lo sciopero e chi no. Quest'accordo risponde a un obiettivo di divisione la cui responsabilità ricade sul governo ma anche sulla Confindustria che, anziché ricercare, come sta accadendo in tutto il mondo, di affrontare la crisi con coesione hanno esplicitamente scelto di dividere. Questa intesa destabilizza le relazioni sindacali".

Le ricordo che solo la Cgil ha deciso di non firmare.
"Nel costruire il consenso sul quel testo ci sono state evidenti forzature. Ed è un aspetto che andrà approfondito. Checché ne dica la Confindustria, la Cgil ha cercato fino all'ultimo di evitare divisioni. La verità è che quel testo era preconfezionato: prendere o lasciare".

Le potrebbero ribattere che quel testo è il risultato di un negoziato al quale lei non ha voluto partecipare.
"Non è vero: questa è solo una scusa. Il negoziato, se c'è stato, non ha coinvolto tutti i soggetti. La Cgil, per esempio, ha letto per la prima volta a Palazzo Chigi la parte sui contratti pubblici. La Cgil ha sempre presentato le sue proposte. Ma ora questo accordo dovrà essere discusso dai lavoratori. Lo chiederemo formalmente a Cisl e Uil".

Propone un referendum?
"Ci vuole il coinvolgimento dei lavoratori perché tutti gli accordi sulla contrattazione sono stati giudicati dai lavoratori. Sarebbe grave se non si facesse questa volta".

Qualche giorno fa ha detto che "è da matti" pensare alla riforma dei contratti mentre esplode la crisi. Le sembra più saggio mantenere un sistema contrattuale introdotto quando c'era ancora la lira e che in questi quindici anni ha contribuito a mantenere le retribuzioni degli italiani in fondo alla classifica europea?
"È "da matti" se si pensa ai contratti come priorità in questa fase, senza trovare soluzioni condivise, come ci chiedono i lavoratori, per affrontare la crisi. La grande differenza con il protocollo del '93 è che quello era figlio di un'idea di coesione, di giustizia sociale, di politica di tutti i redditi mentre questo accordo si sviluppa in un vuoto pneumatico di progetto".

Molti si aspettano una retromarcia della Cgil. Accadrà?

"Si illudono. La Cgil andrà avanti sostenendo le sue opinioni e le sue proposte".

Non teme che d'ora in poi la Cgil possa essere esclusa dai rinnovi contrattuali? Presenterete le vostre piattaforme ma gli imprenditori faranno l'accordo con gli altri. È già successo due volte tra i metalmeccanici.
"Sono sempre stati i lavoratori ad approvare le piattaforme. La loro parola dovrà continuare a essere vincolante".

Il presidente di Confindustria Marcegaglia ha insinuato che lei stia pensando a candidarsi con il Pd alle prossime elezioni europee. Lo farà?
"È la cosa più volgare che la Marcegaglia potesse dire. È come se io dicessi che ha firmato l'accordo perché vuole diventare ministro del governo Berlusconi".

Qualche mese fa lei minacciò l'espulsione di Cremaschi dalla Cgil per la sua partecipazione a una manifestazione di Cobas. Ora però la linea di Cremaschi è quella della Cgil.
"È falso. La linea della Cgil è quella della proposta unitaria fatta con Cisl e Uil contro la quale votò Cremaschi".

Che fine faranno i legami con la Cisl e la Uil?
"Intanto subiscono un colpo molto forte. Dovremo mantenere l'unità operativa di fronte alla crisi, dalla Fiat a tutti gli altri settori. Ma la Cgil non avrebbe mai firmato un accordo sulle regole senza la Cisl e la Uil. Mai".

di Roberto Mania
Fonte: http://www.repubblica.it

Per risolvere i problemi serve la serietà; per essere eletti, a volte, basta la demagogia

«A Roma le persone, soprattutto le donne, sono vittime di aggressioni. L'amministrazione di centrosinistra ignora il tema della sicurezza. Bisogna essere ferrei: se non si impone il principio della tolleranza zero questa città non si salva»

Gianni Alemanno, aprile 2008

Quasi un anno dopo....

Il ministro Maroni, e per quanto riguarda Roma il sindaco Alemanno, dovrebbero fare penitenza. Pagare un pegno. Insomma scusarsi pubblicamente. Hanno impostato le loro campagne elettorali sulla sicurezza e vedete che cosa accade. Da Lampedusa alle metropoli italiane dove si verificano furti, rapine e violenze e stupri con frequenza quotidiana.
Alemanno parla di sciacallaggio contro di lui; in realtà si tratta di notizie. Maroni si vanta dei grandi risultati ottenuti con il pattugliamento dell'Esercito. Ma dove, ma quando, ma come? Per merito dell'Esercito? Ma chi l'ha visto, l'Esercito? La De Filippi in trasmissione. Forse.

Eugenio Scalfari, gennaio 2009



sabato 24 gennaio 2009

Accordo separato, Epifani: ora decidano i lavoratori

“Un fatto di assoluta gravità”. È netto il giudizio del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani sull’accordo separato per la riforma dei contratti firmato a Palazzo Chigi. “Una scelta – ha detto il leader sindacale nel corso di una riunione del gruppo dirigente di Corso Italia – che contiene un'idea di paura di fronte alla crisi e di divisione proprio nel momento in cui c’è bisogno di unità”. Ora però, ha sottolineato Epifani, la parola deve passare ai lavoratori: “Per la Cgil un accordo sulle regole ha un valore se, come avvenuto con l'intesa del 23 luglio, sono i lavoratori con il loro voto a definire validità e pienezza democratica”.

“Non era mai accaduto prima – osserva ancora Epifani – che una revisione del quadro di regole contrattuali fosse sottoscritta senza il consenso di una delle parti sociali fondamentali”. A suo giudizio, l’accordo separato “è figlio della paura, perché sceglie di non puntare sulla funzione essenziale della contrattazione collettiva e delle partecipazione democratica dei lavoratori”. Una conclusione cercata dal governo che, invece di “affrontare le questioni poste dall'aggravarsi della situazione sociale e produttiva alla quale, ancora ieri sera, non è stato in grado di offrire una risposta, e invece di garantire tutele per i lavoratori che rischiano di restare senza occupazione, ha lavorato pervicacemente per dividere il sindacato e il paese”.

Da Corso Italia si sottolinea come l’ammodernamento del modello contrattuale, il potenziamento del secondo livello di contrattazione, d’incremento della produttività, di valorizzazione del merito siano stati obiettivi presenti nella piattaforma unitaria sindacale e condivisi dalla Cgil “che non ha mai detto no a priori”. Tuttavia il testo approvato ieri, “le cui linee guida rimandano ai singoli testi sottoscritti da Cisl e Uil con le diverse organizzazioni datoriali prefigurando così molteplici e frammentati modelli contrattuali, non persegue nei fatti questi obiettivi”.

Non solo: “L’intesa non contiene innovazioni di fondo, riduce in maniera strutturale il livello salariale e la funzione del contratto nazionale, non garantendo nemmeno il recupero pieno del potere d'acquisto, e non scommette su un vero allargamento del secondo livello di contrattazione”. Infine, conclude Epifani, “determina condizioni di difficilissima gestione di tutte le vertenze che si apriranno e non definisce quel quadro condiviso in grado di dare alle imprese certezza effettiva delle regole e dello svolgimento dell'attività contrattuale”.

Iniziative spontanee contro l'accordo in tutta Italia. “Mentre la notizia e i contenuti dell’accordo separato si diffondono nei luoghi di lavoro, cresce l’indignazione e la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”. Lo comunica la Fp Cgil della Lombardia che informa come in moltissime sedi di lavoro siano già in corso “iniziative d’informazione” e vengano segnalati, da diversi posti di lavoro, “presidi con volantinaggi di delegati e lavoratori”. Reazioni spontanee all'accordo si sono registrate anche in Emilia Romagna, con presidi dei lavoratori pubblici a Bologna, Piacenza, Ravenna e ordini del giorno delle Rsu dei maggiori Enti. Anche in Piemonte non sono mancate le iniziative dei lavoratori pubblici con presidi e volantinaggi su tutto il territorio. E in Campania, “dalla Fiat di Pomigliano al pubblico impiego, dalla sanità al settore chimico”, ordini del giorno e documenti hanno testimoniato la reazione spontanea dei lavoratori contro quello che la Cgil Campania definisce un “grave errore commesso da governo, Confindustria e dagli altri sindacati”.

Commenti. “Auspico che la Cgil possa ripensare questa sua posizione, per noi il tavolo rimane aperto”, ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, secondo cui “a differenza di quello che è stato detto non c’è stata assolutamente una forzatura del governo che è entrato in quanto datore di lavoro del pubblico impiego”. La Cisl difende la firma sottolineando che “le principali richieste della piattaforma sindacale sono state accolte”. Per Luigi Angeletti (Uil), che pure ha siglato l’accordo, “non si risolvono tutti i problemi, ma si migliorerà il sistema contrattuale. Senza l’accordo le cose sarebbero andate molto peggio”. Sul fronte politico, Bersani e Damiano (Pd) commentano negativamente un’intesa che “divide”. E D’Alema considera un “gravissimo errore” avere firmato senza la Cgil. “Un accordo che esclude il maggior sindacato rischia d’instaurare una confusa conflittualità – ha detto –, si tratta in ogni caso e sempre di una organizzazione con cinque milioni d’iscritti”.

Fonte: http://www.rassegna.it

Scarica il testo dell'intesa

venerdì 23 gennaio 2009

REVOCATA CASSA INTEGRAZIONE

La cassa integrazione è stata revocata

Le assemblee si svolgeranno presso la sede di via Lamaro nei giorni 26 e 27 gennaio 2009 con i seguenti orari:
dalle 7.00 alle 8.15
dalle 10.00 alle 11.00
dalle 11.30 alle 12.30
dalle 15.00 alle 16.00
dalle 16.30 alle 17.30
dalle 18.00 alle 19.00

Presso la sede di via Bufalotta le assemblee si svolgeranno il giorno 28/01/2009 con i seguenti orari:
dalle 9.00 alle 10.00
dalle 11.30 alle 12.30
dalle 15.00 alle 16.00
dalle 16.30 alle 17.30

Segreterie Territoriali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.


Contratti, accordo quadro senza la Cgil

E’ sperimentale e durerà quattro anni. Contratti triennali, rafforzamento del secondo livello. Epifani: "E' un testo immodificabile, un prendere o lasciare che non abbiamo voluto firmare". L'intesa sostituisce il patto del 1993

A Palazzo Chigi è stato raggiunto un accordo quadro separato sulla riforma del modello contrattuale. La Cgil non ha firmato. Via libera, invece, da Cisl, Uil e Ugl, insieme a Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali. Nei prossimi giorni scioglieranno la riserva Abi e assicurazioni. Il no della confederazione di Corso d’Italia era ampiamente annunciato, ed è stato confermato dal segretario generale Guglielmo Epifani, presente all’incontro. "Il livello nazionale non recupererà mai l'inflazione reale", ha detto Epifani. Secondo il segretario della Cgil "non vi è davvero un allargamento del secondo livello contrattuale" e "la derogabilità diventa un principio generale, la bilateralità si allarga a compiti impropri e crea una casta".

"Ci è stato presentato un testo integrato dalla parte del pubblico impiego, conosciuto solo questa sera", ha spiegato Epifani in una conferenza stampa successiva all'incontro. "Un testo immodificabile, un prendere o lasciare che non abbiamo voluto firmare". 'Il governo - spiega Epifani - ha forzato in direzione di un accordo che sapeva non avrebbe avuto il consenso della Cgil'. Il Paese per Epifani, 'ha bisogno di unità ma non si può chiedere coraggio e chi lo ha sempre avuto e ha pagato'.

L’accordo è stato raggiunto dopo che, in una precedente riunione, il governo aveva esposto alle parti sociali le misure anticrisi. La mossa era nell’aria. Giorni fa, in un’intervista a Rassegna, Epifani aveva dichiarato: “Sento parlare di una volontà di chiudere la partita. E’ chiaro che si deve sapere che è una partita che si chiude senza il nostro consenso e questo è un fatto obiettivamente grave perché le regole o sono condivise o non sono. Si può procedere senza di noi ma alla fine si creeranno molti più problemi di quelli che si intende risolvere con questa forzatura”.

Detto fatto. L’accordo, si legge nel documento diffuso dal governo al termine dell’incontro, ha "carattere sperimentale e per la durata di quattro anni", in sostituzione di quello vigente che risale al '93, che ha l'obiettivo "della crescita fondata sull'aumento della produttività e l'incremento delle retribuzioni".

Nell’accordo rientra la proposta delle associazioni imprenditoriali, che prevede una durata triennale tanto per la parte economica quanto per quella normativa, assetto su due livelli e calcolo dell'incremento salariale in base ad un indice di inflazione previsionale, "in sostituzione del tasso di inflazione programmata".

Per il secondo livello di contrattazione – si legge sempre nel documento - è necessario "che vengano incrementate, rese strutturali, certe e facilmente accessibili tutte le misure volte ad incentivare in termini di riduzione di tasse e contributi, la contrattazione di secondo livello che collega incentivi economici al raggiungimento di obiettivi di produttività ". E' quanto si legge nel testo sulle linee guida comuni delle imprese per la riforma degli assetti della contrattazione collettiva.

Un raggiante ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in conferenza stampa congiunta col suo omologo alla Funzione pubblica Renato Brunetta, ha detto che l’intesa "ha una portata storica, non solo perche' sostituisce le intese sottoscritte il 23 luglio 1993, dopo una lunga e defatigante negoziazione, ma soprattutto perche' sostituisce per la prima volta il tradizionale approccio conflittuale nel sistema di relazioni industriali con quello cooperativo". Sacconi sottolinea come l'accordo quadro "promuova lo spostamento del cuore della contrattazione dal livello nazionale alla dimensione aziendale e territoriale ove - anche grazie alla detassazione del salario di produttivita' - le parti sono naturalmente portate a condividere obiettivi e risultati".

Fonte: http://www.rassegna.it

Scarica il testo dell'intesa

Comunicato Segreterie nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL (22.01.09)

COMUNICATO SINDACALE

ALMAVIVA:
SEGRETERIE NAZIONALI HANNO CHIESTO FORMALI IMPEGNI AI COMMITTENTI

Nei giorni scorsi le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, come già annunciato nel passato comunicato, hanno chiesto formalmente ai committenti di Almaviva (in particolare a Telecom Italia e a Wind) di aumentare i volumi di traffico delle rispettive commesse al fine di poter ridurre il numero dei lavoratori in cassa integrazione.

Invitiamo pertanto l’azienda a verificare con i committenti tali possibili aumenti, offrendo agli eventuali lavoratori in Cassa integrazione percorsi formativi con rimborsi spese al fine di garantire il salario totale dei dipendenti.


Roma, 22 gennaio 2009
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL


giovedì 22 gennaio 2009

Comunicato sindacale 21.01.09

Le Segreterie Territoriali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, unitamente alle Rsu ritengono che va data la certezza del posto di lavoro alle lavoratrici ed ai lavoratori di Almaviva/Atesia.
Alla luce delle dinamiche imprevedibili delle COMMESSE, con le continue variazioni di traffico, fino ad arrivare alla recente apertura di Cassa integrazione, la Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil stanno agendo nei confronti dei committenti più grandi, chiedendo loro di implementare e regolare il più possibile i flussi di chiamate, questo sarebbe un segnale importante che garantirebbe un miglioramento della qualità del prodotto.
In particolare in queste ore Le Segreterie Nazionali Cgil, Cisl e Uil stanno chiedendo a Telecom non solo di aumentare i flussi del 119, ma renderli costanti e durevoli, questo per permettere ad Almaviva la riduzione e, se possibile, il ritiro della cassa integrazione.
Si sta per aprire la discussione sul Contratto Nazionale, (scaduto il 31/12/2008) è quindi improrogabile tentare di regolare anche i rapporti delle committenti con gli outsurcing, è indispensabile integrare i rapporti e rendere esigibile oltre il mantenimento del posto di lavoro quegli avanzamenti:
aumento di ore,
• passaggi di livello,
• erogazione del Premio di Risultato
,
che sono stati conquistati con la lotta, e che sono elementi necessari per il miglioramento della condizione di lavoro in Almaviva/Atesia

Roma 21 Gennaio 2009
Segreterie Territoriali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil
RSU Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil


Comunicato RSU SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM UIL (21.01.09)

COMUNICATO SINDACALE

Oggi 21/01/2009 è stata convocata una riunione tra Direzione aziendale, OO.SS e la Rsu nella quale si sarebbero dovute definire le modalità di applicazione della Cassa Integrazione ed i numeri effettivi del personale coinvolto.
Tale incontro si è concluso sul nascere non appena l’Azienda ha dichiarato di non avere ancora i dati a disposizione.
Abbiamo reputato opportuno revocare le assemblee indette per 22, 23 e 26 gennaio, poiché vogliamo presentarci ai lavoratori con risposte certe ed informazioni chiare.

L’unico dato sicuro, ad oggi, è che le Segreterie Nazionali SLC-CGIL/ FISTEL-CISL/UILCOM-UIL stanno sollecitando il committente Telecom affinché ci sia un maggiore volume di traffico tale da poter limitare l’impatto della CIGO.

Crediamo non sia ammissibile che i lavoratori a 10 gg. dall’inizio della cassa, non conoscano ancora numeri, matrici e ripercussioni.


La dignità dei lavoratori, anche in momenti di difficoltà, non può essere calpestata in questo modo; non siamo beni aziendali ma persone che hanno il diritto di poter organizzare la propria vita.

Pertanto ci impegniamo, sin da ora, a mettere in campo iniziative di lotta precedute da doverosi passaggi assembleari, se non avremo risposte entro questa settimana.

Roma 21 gennaio 2009
RSU SLC-CGIL/FISTEL-CISL/UILCOM UIL
Atesia/Almaviva Contact


lunedì 19 gennaio 2009

Piccinini (Cgil): dai primi risultati la Social Card risulta un fallimento

Dai primi risultati della fase di avvio della Social Card si prefigura il fallimento, sul quale il governo farebbe bene a riflettere”.
È quanto afferma la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, ricordando come l’organizzazione sindacale “abbia ritenuto la Social Card uno strumento sbagliato, di valore insufficiente, utilizzabile solo da pochi rispetto ai tanti che vivono situazioni di povertà e che avrebbe comportato difficoltà
organizzative ai richiedenti e alti costi di impianto e di gestione”.
"Dopo questa prima fase di avvio della misura" - rileva la sindacalista della Cgil - “i risultati sono: un numero di richieste molto inferiore al numero dei beneficiari previsto, disfunzioni di tipo organizzativo che aumentano il disagio e la vergogna di chi sta utilizzando la carta, un uso della carta da parte di componenti di ordini religiosi che, seppure nullatenenti, non vivono gli stessi disagi e le tante difficoltà di altre categorie sociali”.
"Per questo" - osserva Piccinini - “il governo deve riflettere su questi primi risultati che prefigurano il fallimento della misura così come occorre, a giudizio della Cgil che il Governo apra un confronto, più volte richiesto unitariamente dal sindacato, per individuare interventi" - conclude - "che abbiano risorse e strumenti in grado di contrastare davvero la povertà”.

Fonte: http://www.servizicgil.lombardia.it

giovedì 15 gennaio 2009

Comunicato Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL del 15.01.09

COMUNICATO


Il giorno 14 gennaio 2009 si sono incontrati presso l’Unione Industriali di Roma l’azienda Almaviva, le Segreterie nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, le Segreterie territoriali di Roma e Palermo e le RSU/RSA dei siti interessati per eseguire l’esame congiunto della procedura di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO) per 1.137 lavoratori Almaviva Contact di Roma e 272 lavoratori di Alicos Palermo (in entrambe i casi si tratta di lavoratori impegnati sulla commessa TIM).
L’azienda ha motivato il provvedimento con la riduzione dei volumi TIM per il 2009 (secondo l’azienda Telecom ha dichiarato un calo generale di volumi pari a circa il 40% per il 2009, con un -35% a gennaio ed un -36% rispettivamente a febbraio e marzo).
Le OO.SS., pur consapevoli della delicatezza del momento che attraversa l’azienda, hanno ritenuto di dover fare alcune precisazioni riguardo la richiesta di CIGO. In particolare hanno chiesto conto dell’incongruenza dell’apertura delle procedure di CIGO e della contemporanea richiesta, sulla medesima commessa TIM, di un grande numero di prestazioni di lavoro supplementari. Al riguardo l’azienda ha dichiarato che, sebbene confermando il calo di volumi su riportato, TIM sta in questi giorni passando un numero di chiamate superiore a quello programmato (già nei prossimi giorni Almaviva incontrerà Telecom Italia per verificare se l’aumento di volumi di questi giorni è un fenomeno stabile o se rimangono confermate le stesse previsioni di contrazione). Le Segreterie Nazionali hanno, dal canto loro, assunto l’impegno di mettere in campo tutte le azioni possibili verso il committente Telecom Italia affinché aumenti i volumi di lavoro.
Altro elemento di contraddizione è stato evidenziato dalle OO.SS. nel ricorso a lavoratori a progetto su alcune commesse (per esempio nelle ricerche di mercato) e sull’aumento delle ore lavorate su altre commesse “affini” a quella TIM.
Sulla questione del rispetto degli accordi in essere sull’aumento delle ore lavorate (passaggi da 4 a 6 ore) e sui passaggi di livello (dal 3°al 4°) le OO.SS. sono state molto chiare nel dichiarare come, soprattutto per il secondo tema, l’apertura delle procedure di CIGO non debba essere motivo di blocco del percorso stabilito con gli accordi sottoscritti nei mesi scorsi. In particolare sui passaggi di livello, la parte sindacale ha tenuto a precisare come essi siano il riconoscimento di professionalità già acquisite. Inoltre maggiori professionalità possono essere solo positive per un’azienda che vive di commesse che, sempre più spesso, vengono vinte o confermate proprio in base al maggior grado di qualità erogata. Sempre in tema di qualità, le OO.SS. hanno evidenziato come l’azienda non abbia, al momento, concluso accordi con le regioni dei siti interessati dalla CIGO per accedere ai fondi per la formazione. Questo permetterebbe di mettere in campo un percorso di ampliamento delle competenze che potrebbe rendere i lavoratori in grado di coprire picchi di lavorazione su altre commesse “affini” in presenza di cali di volumi sulla commessa sulla quale sono principalmente impegnati.

A queste osservazioni l’azienda ha risposto in materia positiva. Sul rispetto degli accordi presi si è dichiarata disponibile a proseguire nel percorso intrapreso (pur evidenziando, in questo modo, un aggravio ulteriore dell’incidenza del costo del lavoro sui conti aziendali), così come sulla possibilità di verificare se i picchi di lavorazione delle altre commesse possano essere coperti da lavoratori interessati dalla procedura di Cassa Integrazione in possesso dei requisiti formativi idonei. Sui percorsi formativi l’Azienda, nell’affermare di aver già iniziato un percorso con le regioni Lazio e Sicilia, si è dichiarata disponibile da subito a firmare una richiesta congiunta con le OO.SS. territoriali per portare a termine questi percorsi ed accedere ai fondi.
A questo punto le parti hanno terminato positivamente l’esame congiunto concordando quanto segue:
- Entro il mese di gennaio verranno attivati tavoli relazionali a Roma e Palermo per verificare se, attraverso l’auspicato aumento dei volumi di TIM o di altre campagne, si possa ridurre il numero del personale in CIGO (nell’eventuale passaggio di lavoratori ad altre campagne le OO.SS. hanno chiesto ed ottenuto che ciò avvenga con il rispetto della fascia oraria di appartenenza del lavoratore);
- Entro il mese di gennaio 2009 verranno espletate tutte le procedure a livello territoriale per dar corso ai passaggi di livello come da accordo del 17 dicembre 2007;
- Entro il mese di marzo 2009 verrà avviato un confronto nazionale e territoriale relativo alle estensioni orarie come da accordo del 21 maggio 2008.
Nell’ottica di ridurre al minimo l’aggravio economico per i lavoratori interessati dalla Cassa Integrazione e di dare da subito corso ad un percorso di formazione effettivo, le OO.SS. hanno chiesto ed ottenuto che tutti quei lavoratori che parteciperanno, nel corso della sospensione in CIGO, a percorsi formativi potranno usufruire di un rimborso a carico aziendale che possa andare a compensare la perdita salariale dovuta alla CIGO stessa. La definizione di questi percorsi sarà oggetto di esame congiunto fra RSU\RSA ed azienda in sede territoriale.
Già nei prossimi giorni le Segreterie Regionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL e l’azienda chiederanno alle regioni Lazio e Sicilia un incontro per poter concretizzare la domanda di accesso ai fondi per la Formazione.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL


Verbale di consultazione sindacale (14.01.09)

VERBALE DI CONSULTAZIONE SINDACALE
(Legge 20.05.1975 n. 164 art. 5)

Addì 14 gennaio 2009, in Roma, presso la Sede dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma
TRA

la Soc. ALMAVIVA CONTACT S.p.A., assistita dall'Unione degli Industriali e delle imprese di Roma
E

La SLC CIGL – FISTEL CISL – UILCOM UIL, unitamente alle R.S.U.

Nella riunione odierna è stato esperito l’esame congiunto relativo alla richiesta della Società ALMAVIVA CONTACT S.p.A. di intervento della Cassa Integrazione Guadagni ordinaria per l’unità produttiva di Roma, per un periodo di 13 settimane, a far data dal 2 febbraio 2099.
Il suddetto intervento riguarderà tutti i lavoratori addetti alla Commessa TIM Consumer, in numero pari a 1137, e sarà effettuato ad orario ridotto con sospensione del lavoro secondo le seguenti modalità:

- per n: 952 max unità part time a 20 ore settimanali orario ridotto a 16 ore settimanali;
- per n: 47 max unità part time a 25 ore settimanali orario ridotto a 20 ore settimanali;
- per n: 90 max unità part time a 30 ore settimanali orario ridotto a 24 ore settimanali;
- per n: 48 max unità part time a 40 ore settimanali orario ridotto a 32 ore settimanali.

A livello territoriale verranno effettuati incontri con le OO.SS e le RSU per monitorare l’andamento della CIGO e delle commesse al fine di ridurre, in concomitanza di aumenti del carico di lavoro anche congiunturale (es. aumento traffico TIM/Telecom o altre commesse), il personale sospeso. Il primo di detti incontri si terrà entro la fine del corrente mese.
Al fine della riunione, tenutasi ai sensi dell’art. 5 Legge 20.05.1975 n. 164, le Organizzazioni Sindacali, preso atto che la richiesta aziendale è motivata da una situazione temporanea di mercato, considerate le iniziative aziendali che si stanno realizzando per superare le attuali difficoltà, esprimono parere favorevole per l’intervento della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria nei termini suindicati.
Con la sottoscrizione del presente verbale le parti dichiarano compitamente esperita e conclusa la procedura di cui all’art. 5 della Legge n. 164/1975.

Letto, confermato e sottoscritto.

UNIONE DEGLI INDUSTRIALI E DELLE IMPRESE DI ROMA

ALMAVIVA CONTACT SPA

SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

RSU

Leggi il verbale di consultazione sindacale


Verbale di incontro 14.01.09

VERBALE DI INCONTRO


Addì 14 gennaio 2009, in Roma

TRA
La Soc. ALMAVIVA CONTACT S.p.A.
E
SLC CGIL - FISTEL CISL - UILCOM UIL, unitamente alla RSU


In relazione al verbale di consultazione sindacale sottoscritto in data odierna relativo alla richiesta di intervento della CIG Ordinaria per un periodo di n. 13 settimane a far dal 2 febbraio 2009, nei confronti di un numero massimo di 1137 lavoratori, l’Azienda si impegna ad anticipare alle normali scadenze di paga il trattamento economico di integrazione salariale ordinaria nel presupposto dell’accettazione della relativa domanda da parte dell’INPS.

Letto, confermato e sottoscritto.

ALMAVIVA CONTACT SPA

SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

RSU

Leggi il verbale di incontro


Lettera Almaviva 14.01.09

Roma,14 gennaio 2009
Spett.li Segreterie nazionali
SLC CGIL
FISTEL CISL
UILCOM UIL

Con riferimento alla vostra richiesta, effettuata nel corso dell’odierno incontro sindacale, in ordine all’applicazione dell’accordo del 17 dicembre 2007, vi confermiamo che entro il mese di gennaio c.m. verranno espletate tutte le procedure a livello territoriale per dar conto ai passaggi di categoria come previsti dal citato accordo.

Entro il mese di marzo 2009 sarà avviato a livello nazionale e territoriale il confronto relativo alle estensioni orarie di cui all’accordo del 21 maggio 2008.

Vi confermiamo, altresì, che in caso di passaggio del lavoratore da una commessa ad un’altra, lo stesso manterrà le proprie macro fasce orarie.

Vi confermiamo, infine, la nostra disponibilità a riconoscere il rimborso delle spese a favore dei lavoratori interessati dalle iniziative di formazione nel corso della sospensione in CIGO.
Le iniziative di formazione saranno oggetto di confronto entro il 31.01.09 con le OO.SS. Territoriali e le RSU/RSA dei siti interessati.

Gruppo Almaviva

Documento


La grande beffa della social card; una su tre è senza soldi.

Si dice: morire di vergogna. "Avevo il Dixan in mano, anche una confezione di orzo e una scatola di tonno ma mi è venuto un presentimento: vuoi vedere che non funziona? Allora ho preso la tessera e ho chiesto alla commessa di digitare i numeri, io non vedo bene. Non era stata caricata. Avevo i soldi stretti nell'altra mano, già tutti contati, e glieli ho dati e così è finita. Non l'ho più usata". Maria Pia, 67 anni, è fuggita via dal supermercato di Viareggio rossa in viso, e meno male che non c'era nessuno in fila. Comunque in quel supermercato non ci tornerà più.

La tessera di Tremonti è di un bel azzurro sereno. Come il cielo di Forza Italia, quello di una volta. Un tricolore ondulato la attraversa da sinistra a destra e sembra la scia delle mitiche frecce. "E' anonima naturalmente per non creare imbarazzo", commentò Silvio Berlusconi il giorno dell'inaugurazione della campagna dei 40 euro mensili ai bisognosi d'Italia.

Anonima. Infatti ieri, supermercato Sma di Roma, commessa indaffarata alla cassa, signore anziano in fila: "Ha per caso la social card?". Il no è asciutto e risentito. "Scusi, ma era per capire come pagava".
Lusy Montemarian non ha pagato, anzi è scoppiata in un pianto dirotto quando le hanno comunicato, come fa il medico alla famiglia del congiunto morente, che non ce l'aveva fatta. Un pianto raccolto da una microtelecamera di "Mi manda Raitre" e unito ad altri pietosi casi. Un mattone sull'altro, e un altro ancora. Alla fine si edifica questo incredibile muro della vergogna che attraversa la penisola e la trafigge senza colpa. La Social Card, il circuito Mastercard. Protagonisti di una favola. Una strisciata e via. La pensionata indigente che alla cassa del panificio, come la donna chic di via Condotti, apre il borsello, non tocca i soldi sporchi, ma sfila la carta di credito. Un secondo magnetico. Se la carta è piena. Se è vuota - e lo sono un terzo delle circa 500 mila distribuite - la pensionata deve restituire il pane e ritirare l'umiliazione pubblica.
Era il 19 giugno, era estate, e il ministro Giulio Tremonti annunciava una vecchia novità: la carta di credito per i poveri. Vecchia perché l'aveva pensata Vincenzo Visco, nell'arcaico '97: sconti sulla spesa, sugli affitti, sui beni di prima necessità. Vecchia perché l'aveva apprezzata Ermanno Gorrieri, comandate partigiano, fondatore del movimento Cristiano Sociali. Gorrieri è morto nel 2004. Nel 2008 è Tremonti a presenziare e presentare la svolta: una manovrina da 450 milioni di euro, 200 coperti dall'Eni, 50 dall'Enel, altri dalla Robin Tax. Togliere ai ricchi, dare ai poveri: 40 euro al mese, 80 euro accreditati ogni due mesi. Per un anno intero. Quattro mesi di annunci, di serrata organizzazione. Pronti. Si parte il primo dicembre. Attenzione: chi conserva 15 mila euro, in banca o alla posta, pensionato o disoccupato, non ha diritto alla carta di credito dello Stato.
Sono in 520 mila a dicembre a chiedere la social card, pensionati con reddito dai 6 mila euro agli 8 mila, coppie di anziani, famiglie con figli a carico, non oltre i tre anni però. Con una sola casa di proprietà, un'automobile e un'utenza elettrica attiva. In fila, per ore, davanti ai 9 mila uffici postali. Perché chi completava le pratiche entro il 31 dicembre, aveva diritto a 120 euro (ottobre, novembre e appunto dicembre) di partenza. Una corsa verso il nulla. Perché il 30 dicembre, con ottimismo natalizio, l'Inps - che doveva accertare il reddito - dichiarava di aver ricaricato 330 mila tessere. Le altre erano vuote.

Migliaia di italiani si sono ritrovati in mano una patacca. Una carta azzurra, di plastica, con il retro magnetico, il numero, il logo giallo e rosso della Mastercard. Belle, eccome. E di valore: si stima costi almeno 50 centesimi l'una, più 1 euro per la ricarica bimestrale, più il 2 per cento per le spese del circuito bancario. Uno scherzetto da 8 milioni e 500mila di euro, a pieno regime. Una lotteria per il mezzo milione di italiani che, soltanto alla cassa e davanti al commesso, saprà se la sua carta annonaria è buona oppure è uno scherzo del destino, se può permettere di fare la spese oppure di annunciare la propria povertà a tutti.

Duecentomila tessere vagano scoperte di tasca in tasca, sospese o respinte. Duecentomila italiani, forse di più, le possiedono senza poterle utilizzare. Alcuni (pochi) lo sanno. Altri, molti altri, che non sanno, vanno incontro alla sciagura.
Ci vuole del metodo per ideare una così lunga e inutile fatica. Prima fila: farsi certificare la povertà, la disgrazia assoluta. Seimila euro all'anno. In fila, naturalmente per vedersi attestata dal patronato la sospirata povertà. Poi l'Inps, le Poste, sempre in fila, sempre allo stesso modo. Infine, coraggio, andare al supermercato ed esibirla questa maledetta povertà. E poi, duecentomila volte finora, vederla svergognata: "La tessera non è carica". Ma ha letto bene?

Per la social card un poveretto di Catania è ricoverato (coma farmacologico) in ospedale a seguito di furiosa lite, recita un dispaccio dell'Ansa del 3 gennaio scorso, generata "dalla discussione per l'ottenimento della social card". Giovanni Spatola, imbianchino di 47 anni, si è costituito ai carabinieri confessando di aver fracassato il cranio del conoscente con una chiave inglese. Chi dei due doveva ottenere la social card? A Verona boom di ritiri. Il dato, riferisce la direzione delle Poste, è connesso alla presenza nel luogo di molti istituti religiosi. Trecento tra suore e frati si sono presentati all'incasso. Nullatenenti. Perciò potevano. A Castelletto di Brenzone, minuscolo villaggio sul lago di Garda, ne sono state elargite più di cinquanta. Come mai? Lì ha sede l'istituto delle piccole suore della Sacra Famiglia. Amen.

"Disagi e umiliazioni di ogni genere. Accreditategli questi benedetti quaranta euro sulle pensioni, così risparmierete dei soldi anche voi", ha consigliato Pierluigi Bersani ieri alla Camera al ministro dell'Economia. "E' la truffa del secolo, un flop, il più grande bluff tremontiano", dice Franco Laratta, il deputato calabrese del Partito democratico mentre raccoglie le firme per un'interpellanza urgente sulla precoce agonia di questa tesserina azzurrissima, molto patriottica con quel fascio tricolore.

di Antonello Caporale
Fonte: http://www.repubblica.it

venerdì 9 gennaio 2009

Comunicato CGIL-CISL - Cassa integrazione

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI

Purtroppo quello che temevamo è avvenuto

In data odierna l’azienda ci ha comunicato la richiesta di intervento della CIGO (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria) che riguarderà tutto il personale operante sulla commessa TIM CO pari a 1.137 unità secondo le seguenti modalità:
952 max unità part time a 20 ore settimanali: orario ridotto a 16 ore settimanali.
47 max unità part time a 25 ore settimanali: orario ridotto a 20 ore settimanali.
90 max unità part time a 30 ore settimanali: orario ridotto a 24 ore settimanali.
48 max unità full time: orario ridotto a 32 ore settimanali.

Il ricorso avrà durata presumibile di 13 settimane (3 mesi).

La richiesta di CIGO è stata effettuata anche nella sede di Palermo.

Dobbiamo constatare con rammarico che le nostre preoccupazioni, che passavano anche attraverso una soffertissima ipotesi d’accordo, si sono rivelate fondate nonostante i tentativi da parte di alcune sigle sindacali di screditare le nostre tesi, tentativi finalizzati soltanto ad una ricerca di visibilità e a cui non sono seguite proposte alternative per la difesa del salario e dei diritti dei lavoratori, ma il cui unico obiettivo è solo uno sterile e inconsistente conflitto politico.
Noi abbiamo con trasparenza sempre comunicato anche con i nostri limiti, i rischi in cui potevamo incorrere e lo scenario che si andava configurando.
Ad oggi però la divisione tra i lavoratori può essere soltanto deleteria per tutti, in quanto è nei momenti di difficoltà che dobbiamo trovare la forza di reagire come LAVORATORI e ritrovare coesione perché SIAMO TUTTI NELLA STESSA BARCA.
Non dobbiamo permettere che le fondamenta che abbiamo gettato per trasformare Atesia/Almaviva C. in un’azienda normale vengano cancellate.
Sarà nostro impegno difendere con tutti i mezzi a nostra disposizione gli accordi fino ad oggi siglati, per cui non permetteremo l’utilizzo strumentale della CIGO al fine di cancellare i passaggi a 6 ore, i passaggi di livello inquadramentale, il premio di risultato e tutte quelle piccole conquiste che così faticosamente sono state raggiunte fino ad oggi.

Appuntamento nelle assemblee che si svolgeranno nei prossimi giorni

Roma 09/01/2009
RSU SLC-CGIL/FISTEL CISL

"Nessun riconoscimento ai repubblichini. Erano e restano nemici dello Stato"

Una proposta di legge assegna lo status di combattente a chi aderì a Salò; intervista a Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale
"Che vuole che le dica, la situazione è difficile ma bisogna fare di tutto per far sapere come stanno realmente le cose. Chiarire a chi non l'ha vissuto cosa è stato quel periodo storico". Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale, classe 1915, è amareggiato ma non rassegnato. A lui, arrestato e torturato durante il fascismo, il nuovo tentativo di "equiparare" per legge partigiani, deportati e militari ai repubblichini di Salò, proprio non piace.

Per farlo il Pdl ha presentato una proposta che ha come primo firmatario Lucio Barani del Nuovo Psi (schierato con il centrodestra). Un disegno di legge, il numero 1360, con il quale la maggioranza pretende di istituire l'Ordine del Tricolore, con tanto di assegno vitalizio. Assegnandolo indistintamente sia ai partigiani, sia "ai combattenti che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime ferito e languente e aderirono a Salò". Un testo che l'Anpi bolla come "l'ennesimo tentativo della destra di sovvertire la Storia d'Italia e le radici stesse della Repubblica"

Presidente Vassalli un'operazione analoga fu tentata anche nelle precedenti legislature, ma venne respinta. Adesso il tentativo riprende vigore. Perché è contrario?
"Perché è assolutamente chiaro che c'è stata la continuità dello Stato anche dopo l'8 settembre e la caduta del fascismo. E non si può riconoscere a chi ha contrastato lo stato italiano sovrano schierandosi con la Repubblica sociale il titolo di combattente. La Cassazione è chiara in merito. Tutte quelle pronunce sono concordi nel definire i repubblichini come nemici".

Lo scorso 2 giugno il ministro della Difesa Ignazio Larussa chiese di accumunare i morti "di entrambe le parti". I firmatari parlano di "un progetto coerente con la cultura di pace della nuova Italia".
"Ma cosa vogliono ancora? Hanno avuto tutto, l'amnistia di Togliatti, la legittimazione democratica immediata, l'Msi in Parlamento, adesso sono al potere. Eppure vanno avanti, incuranti del fatto che non esiste paese in Europa dove i collaborazionisti del nazismo sono premiati".

La formulazione del testo apre la porta anche alla legittimazione a tutti coloro che "facevano parte delle formazioni che facevano riferimento alla Rsi". Non solo dunque agli appartenenti delle 4 divisioni dell'esercito ma anche a chi faceva parte delle "brigate nere".
"E' vero ma non c'è spazio per sottilizzare troppo. Lo status di combattente non va riconosciuto a nessuno di coloro che fecero parte della Rsi. Bisogna dire no e non solo per ragioni politiche ma anche dal punto di vista costituzionale".

Martedi 13 gennaio alle 16, Giuliano Vassalli interverrà all'iniziativa organizzata dall'Anpi dal titolo "Totalitarismo e democrazia, occorre rispettare la lezione della storia". Nell'incontro, che si terrà nella sala del Cenacolo della Camera dei Deputati (vicolo Valdina 3/a), si parlerà della proposta di legge 1360. Intervengono, tra gli altri, lo storico Claudio Pavone, il vicepresidente dell'Anpi Raimondi Ricci e la presidente della commissione difesa della Camera Marina Sereni.

di Matteo Tonelli
Fonte: http://www.repubblica.it

giovedì 8 gennaio 2009

Comunicato Rsu Slc Cgil Atesia/Almaviva Contact 8.01.09

Ad oggi 8 gennaio 2009 l’Azienda non ha ancora comunicato l’elenco dei passaggi dal 3° a 4° livello inquadramentale che dovevano essere già effettivi dal 1°gennaio 2009. Continuiamo a riscontrare un’assoluta mancanza di trasparenza sui criteri utilizzati dall’azienda per tali passaggi. Ci risulta infatti, che ci sono alcuni colleghi penalizzati solo per aver avuto la sfortuna di ammalarsi (e parliamo di malattie lunghe....) e che di conseguenza sono stati esclusi da tali passaggi e inevitabilmente discriminati. Non si riesce a capire quando spetterà loro il 4° livello. Piu’ volte abbiamo richiesto informazioni in merito ma nessuna risposta che vada nella direzione delle aspettative dei colleghi e nel rispetto dell’accordo ci è stata fornita. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà nel definire la malattia come criterio di selezione. E ricordiamo infatti che tale accordo non e’ stato sottoscritto dalle rsu di Roma
Segnaliamo inoltre la mancanza dell’applicazione dell’accordo sindacale sulla fruizione di rol e ferie che prevede una percentuale minima del 10% e soprattutto la visibilità da parte degli operatori, proprio per evitare il libero arbitrio di questo o quel TL e ridurre al minimo gli “errori” e le “sviste”.
In ultimo, ancora vige il totale silenzio su uno dei punti fondamentali dell’accordo per il consolidamento del salario ossia la 2° trance di passaggi a 6 ore che doveva avvenire anche questo con decorrenza gennaio 2009.
Da tempo questa azienda ci pone di fronte alla grave situazione economica e di mercato che sta attraversando e a fronte di questo ha reso necessario lo smaltimento delle ferie residue e la discussione sull’ipotesi d’accordo del 01/12/2008 (non ratificata a seguito del referendum nazionale).
Pur consapevoli di uno scenario piuttosto complicato, non permetteremo l’utilizzo strumentale di tali condizioni al fine di cancellare i passaggi a 6 ore, i passaggi di livello inquadramentale e tutte quelle conquiste che così faticosamente sono state raggiunte fino ad oggi.

Rsu Slc Cgil Atesia/Almaviva C.


Comunicato stampa Cgil sulla crisi israelo-palestinese

Segreteria Cgil "Cessare il fuoco e riprendere negoziato e dialogo.
Tregua immediata nella striscia di Gaza"

Cgil parteciperà alla manifestazione del 17 ad Assisi

(U.S.Cgil) –Roma, 7 gen- "La scelta delle armi e delle truppe via terra a Gaza, come soluzione del conflitto non può che portare altre morti, altro odio, altri missili, altri movimenti fondamentalisti da entrambe le parti, altri lutti ed altre sofferenze nelle famiglie palestinesi ed israeliane".
E' quanto afferma una nota della Segreteria nazionale della Cgil per la quale "occorre cessare il fuoco e riprendere il negoziato ed il dialogo, imboccando con determinazione e chiarezza la soluzione politica. Essa –si sostiene- costituisce l'unica soluzione possibile per la sicurezza di Israele e per la sorte dei palestinesi.
Nessuno dei due popoli può prescindere dall'altro, - prosegue la nota- entrambi i popoli ed entrambi gli stati sono interdipendenti, legati dalla storia e dal futuro. Non ci sarà crescita democratica, sviluppo economico, sicurezza e stabilità per uno dei due popoli e dei due stati, a scapito dell'altro. Pace, benessere, sviluppo e sicurezza per tutti".
Per la Cgil "le forze politiche ed i governi, i movimenti nazionalisti dei diversi schieramenti e fazioni debbono riconoscere il diritto di esistere dell'altro, debbono imboccare la strada del dialogo, del negoziato e della soluzione politica, una volta per tutte, senza indugi e senza ambiguità.
Basta lutti, - chiede ancora la confederazione di corso d'Italia - basta morti, basta occupazione, basta provocazioni e terrore sui civili, basta minacce e missili sui villaggi israeliani, basta colonie nei territori palestinesi, basta discriminazioni e demolizione di case a Gerusalemme, basta check point, basta muri, basta guerre, basta rappresaglie, basta provocazioni, che si torni subito al tavolo dei negoziati".
A parere della Segreteria Cgil "chiedere questo ai due contendenti, significa assumere un impegno attivo, altrettanto responsabile da parte della comunità internazionale, altrimenti il cerchio della pace non si chiude. Tutti debbono essere protagonisti, ognuno per il proprio ruolo, compito e responsabilità".
"Nel denunciare il silenzio del Governo italiano sulla crisi in atto, particolarmente grave anche a fronte del protagonismo di altri governi europei, - recita ancora la nota - la Cgil chiede l'impegno perché si realizzi una tregua immediata nella Striscia di Gaza.
Inoltre il sistema della Cooperazione Italiana, il Ministero Affari Esteri e il sistema delle autonomie locali, devono predisporre un intervento umanitario a favore della popolazione di Gaza, coordinandosi con le ONG che hanno competenza, conoscenza e partenariati già consolidati, riproducendo un meccanismo efficace e di impatto come messo in campo per la ricostruzione del sud del Libano dopo la guerra del luglio 2006, in accordo con gli altri paesi europei e con la stessa Unione Europea.
Occorre che ogni rete associativa si mobiliti, - aggiunge la Cgil - attivando una raccolta fondi straordinaria, finalizzata a sostenere i servizi di base distrutti dai bombardamenti ed a sostenere le realtà associative palestinesi ed israeliane che operano per la pace, per il dialogo e per la ripresa dei negoziati. La Cgil –si assicura nel comunicato - sosterrà campagne di raccolta fondi e azioni umanitarie".
La Cgil ribadisce di aver condiviso la posizione già espressa nei giorni scorsi dal Tavolo della Pace ed annuncia che parteciperà alla manifestazione da essa indetta per il prossimo 17 gennaio ad Assisi.
"Occorre infine dare vita ad un Osservatorio per il Medio Oriente – è la necessità sottolineata nella nota -, per produrre informazione corretta, per tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica, dei parlamenti, dei politici, per creare opportunità ed esperienze di dialogo, di riconciliazione, di convivenza tra le due società civili, per sostenere i partenariati tra comunità, per superare i muri creati dai fallimenti della politica".
Ed infine, "la Cgil attiva tutte le sue strutture affinché nei prossimi giorni intraprendano iniziative di mobilitazione, le più larghe e unitarie possibili al fine di ottenere la sospensione dell'azione bellica e il ripristino delle condizioni per il dialogo e la mediazione internazionale".
CGIL ROMA E LAZIO
Via Buonarroti 51 - 00185 Roma
tel. 06.492051 - fax 06.49205453
UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE
sito internet www.lazio.cgil.it/ufficiostampa