mercoledì 27 maggio 2009

Accordo separato su controllo a distanza in Teleperformance

Segretari territoriali SLC-CGIL
Responsabili TLC SLC-CGIL
e, p.c. RSU/RSA SLC-CGIL di
Vodafone, Almaviva, Comdata, E-Care

OGGETTO: accordo separato su controllo a distanza in Teleperformance (commessa Vodafone)

Care compagne e cari compagni,
al fine di far circolare al massimo le informazioni tra di noi e vigilare perché simili forzature non ci trovino impreparati in altre aziende, vi inviamo il comunicato e il testo dell’accordo siglato a Taranto, in Teleperformance, sul controllo a distanza. Accordo siglato da Fistel, Uilcom e RDB/CUB, ma non da SLC-CGIL per le ragioni esposte nel comunicato.

Sul testo dell’intesa i compagni di Taranto e del nazionale hanno lavorato fino all’ultimo (anche con qualche buon risultato) fino però alla forzatura compiuta dall’azienda che intende registrare il 100% delle chiamate, senza dare garanzie alcune sull’utilizzo delle registrazioni non ascoltate.

Poiché l’azienda Teleperformance ha più volte ribadito essere stata un’imposizione del committente (cioè Vodafone, anche se a noi risultano fatti diversi) è opportuno da subito “alzare le antenne” e comunicare alla Segreteria Nazionale eventuali proposte delle vostre aziende.
Fraterni saluti.

Roma, 27 Maggio 2009
La Segreteria Nazionale



sabato 23 maggio 2009

Comunicato Segreteria nazionale Slc Cgil sull'accordo Teleperformance (22.05.09)

COMUNICATO SINDACALE


Teleperformance: azienda impone controlli senza reali tutele. Troppe ambiguità e punti non chiari nell’accordo. Perché?

Appello ai lavoratori: contro le pressioni aziendali, per una migliore qualità del lavoro, sciopero nazionale !


Cara lavoratrice e caro lavoratore di Teleperformance,
ieri sera, dopo che mercoledì sera era stato rotto il tavolo di trattativa nazionale, l’azienda ha firmato a Taranto un accordo sul controllo a distanza. Lo ha firmato con una parte delle RSU e con la segreteria di un sindacato autonomo.
A questo punto riteniamo sia opportuno fare un po’ di chiarezza!
Il tavolo nazionale è fallito perché l’azienda ha avuto una posizione arrogante e incomprensibile, ovvero: o firmate quello che dico io (dando le responsabilità a Vodafone) o licenzio le persone a Taranto.
Una bugia clamorosa che siamo in grado di smentire: abbiamo sentito Vodafone in queste ore che ci ha fatto presente che fu l’azienda Teleperformance ad offrire un “servizio che nessun altro call center oggi ha: la possibilità di ascoltare il 100% delle telefonate”. Non è stata Vodafone a chiederlo, perché Vodafone ovviamente si sarebbe accontentata di quello che già offrono tutti gli altri call center come ALMAVIVA, COMDATA, E-CARE, (dove sono stati firmati altri accordi sul controllo a distanza, con ben altre tutele: vedete su internet!).
L’azienda Teleperformance ha cioè deciso di fare dumping ad altre aziende offrendo non migliore qualità, non maggiore formazione, ma offrendo più controlli sui suoi dipendenti, più stress e meno libertà ai lavoratori.
Con queste premesse era difficile affrontare un tema così delicato.
Eppure abbiamo cercato di verificare la possibilità di realizzare anche per Teleperformance un accordo che sapesse coniugare i diritti dei lavoratori con le esigenze di qualità del servizio. A noi questo esercizio non è riuscito, a Taranto si, vediamo come:

- Registrazioni: noi abbiamo cercato sino all’ultimo di porre un limite certo alle chiamate registrate, ovvero chiedevamo che si potessero registrare un massimo del 4% delle chiamate mensili con un aumento eccezionale di un ulteriore 2% in momenti particolari. Nell’accordo firmato (punto 4) invece cosa si dice? Non si parla più apertamente di registrazioni, si allude a fantomatiche “rilevazioni”(ovvero??) e si dice che di queste “rilevazioni” l’Azienda potrà ascoltarne fino ad un massimo del 6% (ma quante saranno allora queste “rilevazioni”? Perché l’accordo firmato dice quante ne ascoltano ma non quante ne fanno? Il motivo è semplice: potranno essere “rilevate”\registrate tutte le chiamate! E le altre “rilevazioni” che fine fanno e come saranno usate?). Nell’accordo firmato non si fa minimamente accenno a chi maneggerà un tale patrimonio di informazioni, lasciando una discrezionalità pericolosissima all’Azienda (noi abbiamo cercato fino alla fine di imporre che le registrazioni, pur rese irriconoscibili, potessero essere consultate da un numero limitato e ben identificabile di figure aziendali, con l’accordo firmato ieri chiunque potrà maneggiare il frutto del tuo lavoro! Anche perché si può anche non associare la registrazione al lavoratore: basterà associare la postazione al giorno e all’ora!!!).
- Obbligo di avviso dell’operatore: noi volevamo che venisse specificato come e quando sarebbe stato avvisato l’operatore in caso di registrazione o di ascolto, nell’accordo firmato si scrive “l’operatore sarà preventivamente avvertito”. Come? Quando?
- Strong Authentication: ovvero ti prendono le impronte digitali per accedere ai sistemi. La SLC-CGIL ha, da sola, scritto un esposto al Garante della Privacy per verificarne la correttezza, perché le nuove disposizione in materia di sicurezza negli accessi ai dati sensibili chiedono ai Gestori sistemi sicuri, non obbligano alla rilevazione delle impronte (che è e rimane un’opzione e non un obbligo! Magari potrebbero esserci sistemi ugualmente sicuri ma meno “invasivi”). Pur firmando l’accordo in Vodafone sul tema ci poniamo infatti una domanda (e l’abbiamo posta anche al Garante della Privacy): poiché le impronte digitali sono un dato sensibile e tutelato dalla legge, se un lavoratore come suo diritto, rifiuta di dare l’impronta (chiedendo magari di usare una chiavetta o altri sistemi) che succede?
- Attività di Quality assurance: noi volevamo che le rilevazioni da remoto non superassero le 4 mensili, nell’accordo firmato non si fa riferimento ad alcun numero ( a proposito…ricordi il comunicato di SIGLA di pochi giorni fa dove ci si accusa di volerti sottoporre a tre ascolti al giorno? Proposta che tra l’altro era dell’azienda e non nostra. Perché non chiedi ai colleghi di SIGLA che limite hanno introdotto agli ascolti con l’Accordo firmato? Per noi, da quello che leggiamo, di ascolti l’azienda potrebbe farne anche “trecento” al giorno…). Per non parlare della facoltà concessa ai supervisori di poter fare ascolti da remoto direttamente dalla postazione di lavoro…

A noi sembra chiaro che qualcuno vuole trasformare la sede di Taranto (e presto quella di Roma, visto il precedente che si è venuto a creare) in una specie di “Grande Fratello” di Orwell, alla faccia dello stress, del benessere psico-fisico dei lavoratori. Se a questo aggiungiamo una turnistica massacrante e la scarsa attenzione alla salubrità e dignità dei luoghi di lavoro il quadro che ne esce è quello di un’Azienda che, forte del ricatto occupazionale, vuole far regredire i propri lavori alla condizione di automi senza diritti!
Contro tutto questo, per la dignità e i diritti delle lavoratrici ed i lavoratori di Teleperformance, SLC-CGIL ha aperto le procedure per dichiarare nei prossimi giorni una giornata di sciopero nazionale e, già dalle prossime ore, attiverà in tutte le sedi di Teleperformance assemblee con i lavoratori per discutere insieme il percorso complessivo delle azioni di lotta.
Perché la dignità e i diritti dei lavoratori si difendono sempre e non possono essere merce di scambio. L’azienda, al di là di mille parole, con il ricatto vuole toglierci la nostra dignità.
Per correttezza e trasparenza alleghiamo al comunicato anche il testo della bozza presentataci dall’Azienda su cui si stava lavorando tutti insieme, perché come SLC-CGIL fino all’ultimo al tavolo della trattativa abbiamo cercato di giungere ad una mediazione che tutelasse i lavoratori, con certezze scritte nero su bianco.
L’azienda ha voluto compiere una forzatura, vendendosi un consenso dei lavoratori (l’accordo con Vodafone è di 2 mesi fa, il rilascio tecnico è avvenuto il 17 maggio) ancora prima di incontrare i sindacati e di discutere con i lavoratori stessi. Dimostrando che idea ha dei lavoratori e del loro diritto di dire la loro sulla propria vita.
L’azienda se ne assume oggi ogni responsabilità.
Mobilitiamoci tutti insieme contro un’azienda che non ci rispetta !


Roma, 22 Maggio 2009
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL


Leggi il testo dell'accordo separato firmato a Taranto


venerdì 22 maggio 2009

L’intervento del leader Cgil al congresso della Cisl. Epifani: “Basta bugie sulla crisi”

"Oltre al saluto, porto il senso di stima, affetto, amicizia e rispetto che tra di noi non deve venire mai meno". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, apre il suo intervento al XVI congresso della Cisl. Un intervento dal quale sono emerse due ipotesi di lavoro comune, tra le confederazioni: sul fisco e sulla democrazia sindacale. "Non dobbiamo avere differenze tra noi – dice Epifani -, siamo immersi in una crisi particolare, diversa dalle precedenti, della quale le cose che non sappiamo sono più delle certezze".

Epifani parla poi del testo condiviso sui temi fiscali. "C'è la disponibilità della Cgil, si può integrare e ci stiamo già lavorando - spiega -, chiedo solo che se conveniamo su una piattaforma unitaria, poi la sosteniamo dall'inizio alla fine con coerenza". Il riferimento all’accordo separato per la riforma contrattuale è evidente. Anche in quel caso le confederazioni avevano una piattaforma unitaria, che però non arrivò alla fine della trattativa. "Quando partendo da una piattaforma unitaria non si arriva ad un accordo unitario, la responsabilità riguarda tutti, nessuno escluso, e lo dico con rispetto", dice al riguardo dell’accordo separato. "Non ce l'abbiamo fatta - spiega Epifani - perchè nel modello non c'è un reale processo di innovazione". Non migliora il secondo livello e, nonostante la posizione di Confindustria, anche le caratteristiche del contratto nazionale "non vanno bene". La depurazione dei beni energetici dal calcolo dell'indice inflattivo, infatti, condurrà "a far pagare l'inflazione importata due volte solo ai lavoratori, una volta all'industria e nulla al governo". Insomma, l'intesa "non difende il salario reale" e permette una serie di deroghe che rischiano di "aprire una competizione a ribasso".

Per quanto riguarda le regole della rappresentanza e del voto, Epifani è esplicito: "Vorrei chiedere a Raffaele se quella disponibilità più volte data, relativa ad un lavoro comune per mettere delle regole sulla rappresentanza e democrazia sindacale, sia sempre valida". "Io mi dichiaro disponibile - aggiunge - già da domani a lavorare rapidamente con Cisl e Uil su tale definizione".

"Se non vogliamo raccontarci balle su questa crisi, sono stati messi al massimo 2-3 miliardi di euro". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al congresso della Cisl. "La crisi non è finita - avverte - e i prossimi mesi, soprattutto per l'occupazione, saranno molto più pesanti". Chiede quindi al governo di aprire subito un tavolo di confronto per affrontare la situazione. Sull'argomento della crisi, prosegue Epifani, "nei giornali i destini e le vite delle persone finiscono in un trafiletto". Secondo il leader Cgil, al contrario, i sindacati devono rovesciare la situazione ed "essere in grado di ridare volto, dignità e rappresentatività a chi paga il prezzo più alto".

La Cgil "non vuole sfuggire al tema della riforma delle pensioni" e ritiene che occorra "completare il lavoro iniziato con il governo Prodi". Il tema tornerà attuale dopo la crisi, dice Epifani, ma "bisogna affrontarlo con ordine", considerando che i conti Inps sono buoni e che le difficoltà attuali aumenteranno il numero dei lavoratori in uscita anticipata dall'impiego. Corso Italia è disponibile a ragionare sul ripristino dell'età pensionabile flessibile per gli assegni di anzianità ma, soprattutto, va completata la normativa sui lavori usuranti. "I lavoratori ci chiedono di sapere a che punto siamo – dice Epifani alla platea Cisl -, non è la stessa cosa andare in pensione a una certa età se hai lavorato tutta la vita in catena di montaggio". Per i più giovani, invece, c'è il problema dei coefficienti di trasformazione: "Il sistema contributivo a regime produrrà pensioni troppo basse".

Un passaggio è poi dedicato ai migranti. "Dobbiamo tenere fermo il valore che ci accomuna, dire no al reato di clandestinità e alle ronde - spiega -, è una battaglia culturale sull'umanesimo della persona".

Buona l'accoglienza della platea Cisl per Epifani, che è stato applaudito in 14 punti del suo discorso.

Fonte: http://www.rassegna.it



lunedì 18 maggio 2009

Comunicato stampa SLC-CGIL su Agcom (15.05.09)

“AGCOM GARANTISCA NUOVE ASSUNZIONI O RISCHIA DI DANNEGGIARE SALUTE MIGLIAIA DI GIOVANI”


“Agcom ha l’impegno da parte delle aziende di contact center a fare nei prossimi mesi migliaia di nuove assunzioni? Perché se non è così, l’abbattimento dei tempi di attesa e di risposta da parte degli operatori di call center vuole dire solo farsi pubblicità sulla pelle di migliaia di lavoratori che già oggi subiscono carichi di lavoro al limite della sopportazione fisica e psichica. E non lo dice la CGIL, ma tutti i principali studi fatti dalle ASL e dall’Inail. Se non fosse tecnicamente impossibile, saremmo tentati di denunciare l’AGCOM e il suo Presidente per danno alla salute dei lavoratori”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL il principale sindacato del settore, commentando il recente provvedimento dell’Agcom sulla qualità dei servizi di call center.

“Già nelle settimane passate – continua la CGIL – denunciammo l’atteggiamento di AGCOM che, ormai, intervene prepotentemente (e senza neanche l’umiltà di ascoltare sindacati e aziende) su materie come l’organizzazione del lavoro e i livelli occupazionali nelle imprese di TLC”.

“L’Agcom lo sa che per abbattere i tempi di attesa di 2 secondi dopo aver selezionato il servizio, servono mediamente almeno il 5% in più di operatori, fatte 100 le postazioni disponibili, dato l’attuale livello dei tempi medi di conversazione sui principali servizi di assistenza al cliente? L’Agcom sa che il “tasso di risoluzione dei reclami” è indice complesso che necessita, vista la continua evoluzione dei sistemi, di una formazione costante degli operatori? Se AGCOM ha un’intesa per far assumere migliaia di nuovi operatori o per piani formativi straordinari, coniugando così qualità verso il cliente con un livello decente di occupazione, siamo i primi ad essere contenti. Ma se non è così si adoperi subito a concordare nuovi piani di assunzioni con le aziende, perché altrimenti sarà sulla pelle di migliaia di giovani ragazzi e ragazze, spesso precari e con bassi stipendi, che si farà pubblicità! E anche di questo i consumatori dovrebbero essere informati.”





martedì 5 maggio 2009

Comunicato stampa Slc Cgil (5.5.09)

“Aziende avviano delocalizzazioni. A rischio migliaia di posti di lavoro. Chiediamo a imprese e Governo una moratoria contro le delocalizzazioni”

“In queste settimane grandi aziende di TLC e Media stanno accelerando un processo di delocalizzazione di attività in paesi con minori salari e diritti, mettendo a rischio migliaia posti di lavoro”. Così denuncia in una nota, la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato del settore.
“In particolare Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G e Sky stanno in questi mesi riducendo le attività nel nostro paese, affidando servizi di customer care e di back office ad aziende in Romania, Albania e Tunisia, con gravi rischi occupazionali e con una qualità offerta ai consumatori enormemente inferiore. Il fatto già in sé grave, diviene oggi drammatico in un momento di difficoltà del Paese e con decine di imprese di call center in Italia che hanno scommesso su una competizione basata sulla qualità e non sulla gara a chi paga di meno i lavoratori o con meno tutele. Imprese che oggi subiscono una doppia beffa, vedendo il lavoro dato in paesi dove i salari sono minimi ed i diritti quasi zero”.
“Altro che internalizzare il lavoro, come il Sindacato rivendica da anni per mettere in sicurezza Telecom e le altre grandi aziende di TLC. Siamo al doppio danno per i lavoratori dei call center di Telecom, Vodafone, Wind, H3G, SKY, ecc. : non solo le attività finora svolte vengono esternalizzate, ma a beneficiarne non sono neanche i figli o i fratelli che operano in altre aziende italiane. Siamo alle prese con una vera e propria strategia socialmente suicida, che priverà l’Italia di migliaia di posti di lavoro, in uno dei pochi settori che non risente della crisi”.
“Siamo ormai all’impresa irresponsabile, che non solo paga stipendi a 6 zeri ai propri manager anche quando i risultati non ci sono, ma che non si preoccupa minimamente dei danni sociali che reca al proprio Paese, in un momento in cui invece dovremmo tutti essere più solidali e più attenti a non far pagare la crisi ai soggetti più deboli”.
“Invitiamo per tanto le aziende in questione a dimostrare senso di responsabilità nel concreto, non spendendo solo qualche parola nei convegni o nelle trasmissioni televisive, ma scommettendo su uno sviluppo basato sulla qualità, sulla valorizzazione del lavoro e delle professionalità dei tanti lavoratori che, come unica colpa, hanno quella di pretendere un salario decente e un minimo di diritti”.
“Come SLC-CGIL proporremo nei prossimi giorni a Cisl e Uil di richiedere un tavolo specifico presso il Ministero del Lavoro e il Ministero delle attività produttive, dove consegneremo tutta la documentazione in nostro possesso. Come SLC-CGIL chiediamo alle imprese e al Governo di condividere una “moratoria” in materia di licenziamenti e di delocalizzazioni di attività oggi lavorate in Italia”.



venerdì 1 maggio 2009

La concezione di Bonanni della rappresentatività sindacale

«Che i lavoratori si debbano pronunciare, a valle, sulle decisioni prese dai gruppi dirigenti [sindacali] eletti è un'idea obsoleta. È come se un sindaco o un presidente di Regione dovesse sempre chiedere ai suoi cittadini la loro opinione attraverso i referendum."
Intervista di Bonanni a Il Giornale (domenica 05 aprile 2009)