Mi presento, sono Raoul Simoni e sono nato, nel 1978, a Ferentino, un paese in provincia di Frosinone, la cosiddetta Ciociaria (messaggio di auto-promozione turistica a cura dell’assoc.cult. “terra e libertà”…ma questa è un’altra storia!!!).
Sono ormai sei anni che lavoro per il gruppo Almaviva come operatore di call center (centralino dell’università La Sapienza, Bnl e-banking, Acea, una cassa integrazione di sette mesi fortunamente pagata, Sogei ed ora Tim), e da sei anni viaggio tutti i giorni lavorativi con i mezzi pubblici (treno, autobus, metro).
Il termine “Guardiani del Paradiso” l’ho trovato all’interno di alcuni moduli d’insegnamento per laboratori di educazione ambientale sul sito dell’Arpalazio (www.arpalazio.it): ci sono dati tecnici, la storia della sostenibilità e consigli pratici per migliorare le nostre cattive abitudini.
In questi tempi di continue emergenze di vario tipo (climatico-ambientale, la sempre presente sete e fame della maggior parte della popolazione mondiale) e di difficoltà sociali ed economiche sempre più frequenti nei cosiddetti paesi civili (tranne rare eccezioni, fortunatamente), questo materiale mi ha offerto spunti e stimoli per capire meglio il presente e ripensare il mio futuro.
Quello che mi ha colpito di più è stato ritrovare un’economista studiato al liceo classico: François Quesnay, il maggior rappresentante della fisiocrazia, la dottrina che considerava la terra come la fonte primaria della ricchezza. Ogni volta che nei tg sentivo parlare di libero mercato delle merci e non della natura (da cui prendiamo tutto ed a cui restiamo scorie tossiche) e degli uomini (che di quelle merci sono i realizzatori, e molte volte non gli utilizzatori), la cosa mi stonava non poco: un pò di armonia l’ho trovata nella storia della sostenibilità, che ha “inizio” (prima dell’industrializzazione, tutti erano più in pace con la natura di noi oggi) con la dottrina della fisiocrazia, datata 1750 circa.
Già 250 anni fa, come anche in altri periodi storici, il genere umano avrebbe potuto vivere e far vivere meglio le generazioni future:come faccio a far parte ed a correre (se non morire) per questo modello economico che non pensa ai propri figli?
Da un paio d’anni, grazie soprattutto ai consigli di mio fratello maggiore, molto più pragmatico di me, sono passato dalle parole ai fatti: cerco di stare attento all’acqua che utilizzo (noi ne siamo composti la 70%), spengo le luci quando non mi servono (led degli elettrodomestici compresi)…anche a lavoro…
Nella vita mi sono sempre lamentato ed ho passato periodi a dormire per non pensare, ma vi posso assicurare che cambiare (cattive) abitudini, soprattutto per una buona causa, non è così difficile:
Sono ormai sei anni che lavoro per il gruppo Almaviva come operatore di call center (centralino dell’università La Sapienza, Bnl e-banking, Acea, una cassa integrazione di sette mesi fortunamente pagata, Sogei ed ora Tim), e da sei anni viaggio tutti i giorni lavorativi con i mezzi pubblici (treno, autobus, metro).
Il termine “Guardiani del Paradiso” l’ho trovato all’interno di alcuni moduli d’insegnamento per laboratori di educazione ambientale sul sito dell’Arpalazio (www.arpalazio.it): ci sono dati tecnici, la storia della sostenibilità e consigli pratici per migliorare le nostre cattive abitudini.
In questi tempi di continue emergenze di vario tipo (climatico-ambientale, la sempre presente sete e fame della maggior parte della popolazione mondiale) e di difficoltà sociali ed economiche sempre più frequenti nei cosiddetti paesi civili (tranne rare eccezioni, fortunatamente), questo materiale mi ha offerto spunti e stimoli per capire meglio il presente e ripensare il mio futuro.
Quello che mi ha colpito di più è stato ritrovare un’economista studiato al liceo classico: François Quesnay, il maggior rappresentante della fisiocrazia, la dottrina che considerava la terra come la fonte primaria della ricchezza. Ogni volta che nei tg sentivo parlare di libero mercato delle merci e non della natura (da cui prendiamo tutto ed a cui restiamo scorie tossiche) e degli uomini (che di quelle merci sono i realizzatori, e molte volte non gli utilizzatori), la cosa mi stonava non poco: un pò di armonia l’ho trovata nella storia della sostenibilità, che ha “inizio” (prima dell’industrializzazione, tutti erano più in pace con la natura di noi oggi) con la dottrina della fisiocrazia, datata 1750 circa.
Già 250 anni fa, come anche in altri periodi storici, il genere umano avrebbe potuto vivere e far vivere meglio le generazioni future:come faccio a far parte ed a correre (se non morire) per questo modello economico che non pensa ai propri figli?
Da un paio d’anni, grazie soprattutto ai consigli di mio fratello maggiore, molto più pragmatico di me, sono passato dalle parole ai fatti: cerco di stare attento all’acqua che utilizzo (noi ne siamo composti la 70%), spengo le luci quando non mi servono (led degli elettrodomestici compresi)…anche a lavoro…
Nella vita mi sono sempre lamentato ed ho passato periodi a dormire per non pensare, ma vi posso assicurare che cambiare (cattive) abitudini, soprattutto per una buona causa, non è così difficile:
«Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete.Il vero paradiso per me è quello che mi permette di vivere oggi: il sole, l’aria, l’acqua ed i frutti della terra, amore umano compreso...io a trent’anni, fortunatamente, ho scelto da quale parte stare. E voi????
Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può
provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.» (Toro Seduto o Tatanka Iyotake o Tatanka Iyotanka o Ta-Tanka I-Yotank)
1 commento:
Mi auguro che molti come te abbiano il coraggio di scegliere da che parte stare e che soprattutto abbiano la forza oltre che la volonta' di seguire la propria scelta.
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