“I dati sul lavoro accessorio sono stati esposti in modo disinvolto e con eccessiva enfasi”. A puntualizzarlo è il responsabile del dipartimento Politiche attive del lavoro della CGIL Nazionale, Claudio Treves, in merito al dato relativo all’uso dei voucher, così come fornito nei giorni scorsi dal presidente dell’INPS e dal ministro del Lavoro, arrivato alla cifra di 1.155.439, acquistati nel periodo dall’agosto 2008 al luglio 2009.
Un dato, rileva il dirigente sindacale, “eccessivamente enfatizzato mentre serietà vorrebbe, ai fini di un corretto apprezzamento di questo dato, che si dicesse che l’uso dei voucher era possibile fin dall’estate del 2008, limitato alla sola vendemmia e per prestazioni rese da pensionati e studenti: a quanto ammonti questo tipo di ricorso non è dato sapere”. Inoltre, aggiunge Treves, “l’attuale governo, fin dal suo primo provvedimento (agosto 2009, legge 133) ne ha esteso l’utilizzabilità per molte altre fattispecie vuoi di soggetti vuoi di prestazioni (baby sitter, studenti nei periodi vacanza, lavori stagionali in agricoltura, insegnamento privato, manifestazioni sportive, ecc.), così come da febbraio 2009 (legge 33) questo strumento è stato poi esteso anche ai titolari di CIG, ordinaria e in deroga”.
Prima che le nuove norme fossero applicabili, ovvero giungo 2009, dai dati del Ministero del Lavoro, “i voucher emessi - rileva Treves - erano 830.000 e i beneficiari 30mila, quindi l’effetto della nuova normativa è di 320.000 voucher in più. Ad esempio, se si pensa che per la sola vendemmia 2008 nel solo Veneto i voucher, emessi con la vecchia normativa, furono 173.000, ne consegue che l’incremento è piuttosto misero, e non tale da giustificare entusiasmi”.
Per questo, spiega il sindacalista, “se non si vogliono contare mele, pere, e salami insieme, ma soprattutto per poter apprezzare e ragionare sui risultati di scelte politiche si dovrebbero scorporare i dati riferiti alla normativa 2008 da quelli relativi alla nuova normativa in vigore dall’agosto 2009: si scoprirebbe così la furbizia un po’ maldestra del Ministro e dell’INPS. Così come si dovrebbe segnalare a quanti lavoratori, o quante giornate/lavoro e a quale importo, corrispondono questi dati. Ma è proprio ciò che non è possibile fare, perché la norma non consente di sapere ogni singolo ‘percipiente’ per quanto tempo è impegnato, e quindi si presenta come una via, legale, all’evasione contrattuale, contributiva e fiscale”. Infatti, fa sapere il dirigente della CGIL, “di tale rapporto non necessita lasciare traccia né nel Libro unico del lavoro, né comunicarlo anticipatamente ai Centri per l’impiego. E all’eventuale ispettore è sempre possibile rispondere che la persona trovata lì a lavorare sarà pagata con il voucher, e che si tratta della sua ‘prima giornata’ di impiego”.
“Invece di incaponirsi su un sistema con molti aspetti negativi - conclude Treves - si dovrebbe invece da parte del governo impegnare tutte le forze politiche, sociali e culturali in una vera battaglia contro il lavoro nero ed irregolare, e per politiche mirate di sostegno ai processi di emersione, come fu tentato con qualche successo negli anni 1998-99 e 2007-08 con il convinto impegno delle parti sociali”.
Fonte: http://www.cgil.it
Un dato, rileva il dirigente sindacale, “eccessivamente enfatizzato mentre serietà vorrebbe, ai fini di un corretto apprezzamento di questo dato, che si dicesse che l’uso dei voucher era possibile fin dall’estate del 2008, limitato alla sola vendemmia e per prestazioni rese da pensionati e studenti: a quanto ammonti questo tipo di ricorso non è dato sapere”. Inoltre, aggiunge Treves, “l’attuale governo, fin dal suo primo provvedimento (agosto 2009, legge 133) ne ha esteso l’utilizzabilità per molte altre fattispecie vuoi di soggetti vuoi di prestazioni (baby sitter, studenti nei periodi vacanza, lavori stagionali in agricoltura, insegnamento privato, manifestazioni sportive, ecc.), così come da febbraio 2009 (legge 33) questo strumento è stato poi esteso anche ai titolari di CIG, ordinaria e in deroga”.
Prima che le nuove norme fossero applicabili, ovvero giungo 2009, dai dati del Ministero del Lavoro, “i voucher emessi - rileva Treves - erano 830.000 e i beneficiari 30mila, quindi l’effetto della nuova normativa è di 320.000 voucher in più. Ad esempio, se si pensa che per la sola vendemmia 2008 nel solo Veneto i voucher, emessi con la vecchia normativa, furono 173.000, ne consegue che l’incremento è piuttosto misero, e non tale da giustificare entusiasmi”.
Per questo, spiega il sindacalista, “se non si vogliono contare mele, pere, e salami insieme, ma soprattutto per poter apprezzare e ragionare sui risultati di scelte politiche si dovrebbero scorporare i dati riferiti alla normativa 2008 da quelli relativi alla nuova normativa in vigore dall’agosto 2009: si scoprirebbe così la furbizia un po’ maldestra del Ministro e dell’INPS. Così come si dovrebbe segnalare a quanti lavoratori, o quante giornate/lavoro e a quale importo, corrispondono questi dati. Ma è proprio ciò che non è possibile fare, perché la norma non consente di sapere ogni singolo ‘percipiente’ per quanto tempo è impegnato, e quindi si presenta come una via, legale, all’evasione contrattuale, contributiva e fiscale”. Infatti, fa sapere il dirigente della CGIL, “di tale rapporto non necessita lasciare traccia né nel Libro unico del lavoro, né comunicarlo anticipatamente ai Centri per l’impiego. E all’eventuale ispettore è sempre possibile rispondere che la persona trovata lì a lavorare sarà pagata con il voucher, e che si tratta della sua ‘prima giornata’ di impiego”.
“Invece di incaponirsi su un sistema con molti aspetti negativi - conclude Treves - si dovrebbe invece da parte del governo impegnare tutte le forze politiche, sociali e culturali in una vera battaglia contro il lavoro nero ed irregolare, e per politiche mirate di sostegno ai processi di emersione, come fu tentato con qualche successo negli anni 1998-99 e 2007-08 con il convinto impegno delle parti sociali”.
Fonte: http://www.cgil.it
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