Roma, 18 apr. - (Adnkronos) - "Vorrei chiedere al ministro Tremonti come sia possibile che Poste Italiane, di cui il dicastero del tesoro detiene il 65% delle azioni, possa indire una gara d'appalto al massimo ribasso per servizi di call center, con una base d'asta il cui valore e' gia' in partenza incompatibile con i costi di una persona assunta applicando un regolare contratto nazionale di categoria'. Lo afferma Cesare Damiano, responsabile Lavoro del Partito democratico.
“Chiediamo al ministro di fermare questa gara d'appalto e riteniamo che sia necessario un coinvolgimento anche del ministero del lavoro, che dovrebbe essere interessato al proseguimento di un cammino di crescita qualitativa del settore dei call center, gia' intrapresa dal governo Prodi”, aggiunge Damiano. Se si procede sulla strada individuata da Poste Italiane, spiega Damiano “si costringerebbe l'azienda che dovesse aggiudicarsi la gara a non rispettare le regole contrattualmente previste”.
Per il responsabile Lavoro del Pd “non e' accettabile che aziende di proprietà pubblica diventino complici di una situazione che ripropone il tema dell'uso improprio dei contratti di lavoro o addirittura del lavoro nero favorendo un ritorno di instabilita' occupazionale a carico delle giovani generazioni. Non si puo' consentire che le aziende serie e trasparenti che applicano i contratti di lavoro vengano messe fuori gioco dagli appalti al massimo ribasso che, inevitabilmente, finirebbero con il privilegiare le aziende che operano sulla base di una concorrenza sleale”. “Ci associamo alla richiesta dei sindacati e delle aziende del settore e promuoveremo tutte le azioni politiche e parlamentari necessarie per denunciare questa situazione assurda ed insostenibile e per far cambiare le scelte di Poste Italiane”, conclude Damiano.
“Chiediamo al ministro di fermare questa gara d'appalto e riteniamo che sia necessario un coinvolgimento anche del ministero del lavoro, che dovrebbe essere interessato al proseguimento di un cammino di crescita qualitativa del settore dei call center, gia' intrapresa dal governo Prodi”, aggiunge Damiano. Se si procede sulla strada individuata da Poste Italiane, spiega Damiano “si costringerebbe l'azienda che dovesse aggiudicarsi la gara a non rispettare le regole contrattualmente previste”.
Per il responsabile Lavoro del Pd “non e' accettabile che aziende di proprietà pubblica diventino complici di una situazione che ripropone il tema dell'uso improprio dei contratti di lavoro o addirittura del lavoro nero favorendo un ritorno di instabilita' occupazionale a carico delle giovani generazioni. Non si puo' consentire che le aziende serie e trasparenti che applicano i contratti di lavoro vengano messe fuori gioco dagli appalti al massimo ribasso che, inevitabilmente, finirebbero con il privilegiare le aziende che operano sulla base di una concorrenza sleale”. “Ci associamo alla richiesta dei sindacati e delle aziende del settore e promuoveremo tutte le azioni politiche e parlamentari necessarie per denunciare questa situazione assurda ed insostenibile e per far cambiare le scelte di Poste Italiane”, conclude Damiano.
'Le imprese contro l'appalto delle Poste: "Costi insostenibili per il lavoro"'.
Fonte: Il Manifesto del 17/04/09
'Il no dei call center alle Poste sulle gare a massimo ribasso.'
Fonte: Il Sole 24 Ore del 17.04.09
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