"Oltre al saluto, porto il senso di stima, affetto, amicizia e rispetto che tra di noi non deve venire mai meno". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, apre il suo intervento al XVI congresso della Cisl. Un intervento dal quale sono emerse due ipotesi di lavoro comune, tra le confederazioni: sul fisco e sulla democrazia sindacale. "Non dobbiamo avere differenze tra noi – dice Epifani -, siamo immersi in una crisi particolare, diversa dalle precedenti, della quale le cose che non sappiamo sono più delle certezze".
Epifani parla poi del testo condiviso sui temi fiscali. "C'è la disponibilità della Cgil, si può integrare e ci stiamo già lavorando - spiega -, chiedo solo che se conveniamo su una piattaforma unitaria, poi la sosteniamo dall'inizio alla fine con coerenza". Il riferimento all’accordo separato per la riforma contrattuale è evidente. Anche in quel caso le confederazioni avevano una piattaforma unitaria, che però non arrivò alla fine della trattativa. "Quando partendo da una piattaforma unitaria non si arriva ad un accordo unitario, la responsabilità riguarda tutti, nessuno escluso, e lo dico con rispetto", dice al riguardo dell’accordo separato. "Non ce l'abbiamo fatta - spiega Epifani - perchè nel modello non c'è un reale processo di innovazione". Non migliora il secondo livello e, nonostante la posizione di Confindustria, anche le caratteristiche del contratto nazionale "non vanno bene". La depurazione dei beni energetici dal calcolo dell'indice inflattivo, infatti, condurrà "a far pagare l'inflazione importata due volte solo ai lavoratori, una volta all'industria e nulla al governo". Insomma, l'intesa "non difende il salario reale" e permette una serie di deroghe che rischiano di "aprire una competizione a ribasso".
Per quanto riguarda le regole della rappresentanza e del voto, Epifani è esplicito: "Vorrei chiedere a Raffaele se quella disponibilità più volte data, relativa ad un lavoro comune per mettere delle regole sulla rappresentanza e democrazia sindacale, sia sempre valida". "Io mi dichiaro disponibile - aggiunge - già da domani a lavorare rapidamente con Cisl e Uil su tale definizione".
"Se non vogliamo raccontarci balle su questa crisi, sono stati messi al massimo 2-3 miliardi di euro". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al congresso della Cisl. "La crisi non è finita - avverte - e i prossimi mesi, soprattutto per l'occupazione, saranno molto più pesanti". Chiede quindi al governo di aprire subito un tavolo di confronto per affrontare la situazione. Sull'argomento della crisi, prosegue Epifani, "nei giornali i destini e le vite delle persone finiscono in un trafiletto". Secondo il leader Cgil, al contrario, i sindacati devono rovesciare la situazione ed "essere in grado di ridare volto, dignità e rappresentatività a chi paga il prezzo più alto".
La Cgil "non vuole sfuggire al tema della riforma delle pensioni" e ritiene che occorra "completare il lavoro iniziato con il governo Prodi". Il tema tornerà attuale dopo la crisi, dice Epifani, ma "bisogna affrontarlo con ordine", considerando che i conti Inps sono buoni e che le difficoltà attuali aumenteranno il numero dei lavoratori in uscita anticipata dall'impiego. Corso Italia è disponibile a ragionare sul ripristino dell'età pensionabile flessibile per gli assegni di anzianità ma, soprattutto, va completata la normativa sui lavori usuranti. "I lavoratori ci chiedono di sapere a che punto siamo – dice Epifani alla platea Cisl -, non è la stessa cosa andare in pensione a una certa età se hai lavorato tutta la vita in catena di montaggio". Per i più giovani, invece, c'è il problema dei coefficienti di trasformazione: "Il sistema contributivo a regime produrrà pensioni troppo basse".
Un passaggio è poi dedicato ai migranti. "Dobbiamo tenere fermo il valore che ci accomuna, dire no al reato di clandestinità e alle ronde - spiega -, è una battaglia culturale sull'umanesimo della persona".
Buona l'accoglienza della platea Cisl per Epifani, che è stato applaudito in 14 punti del suo discorso.
Fonte: http://www.rassegna.it
Epifani parla poi del testo condiviso sui temi fiscali. "C'è la disponibilità della Cgil, si può integrare e ci stiamo già lavorando - spiega -, chiedo solo che se conveniamo su una piattaforma unitaria, poi la sosteniamo dall'inizio alla fine con coerenza". Il riferimento all’accordo separato per la riforma contrattuale è evidente. Anche in quel caso le confederazioni avevano una piattaforma unitaria, che però non arrivò alla fine della trattativa. "Quando partendo da una piattaforma unitaria non si arriva ad un accordo unitario, la responsabilità riguarda tutti, nessuno escluso, e lo dico con rispetto", dice al riguardo dell’accordo separato. "Non ce l'abbiamo fatta - spiega Epifani - perchè nel modello non c'è un reale processo di innovazione". Non migliora il secondo livello e, nonostante la posizione di Confindustria, anche le caratteristiche del contratto nazionale "non vanno bene". La depurazione dei beni energetici dal calcolo dell'indice inflattivo, infatti, condurrà "a far pagare l'inflazione importata due volte solo ai lavoratori, una volta all'industria e nulla al governo". Insomma, l'intesa "non difende il salario reale" e permette una serie di deroghe che rischiano di "aprire una competizione a ribasso".
Per quanto riguarda le regole della rappresentanza e del voto, Epifani è esplicito: "Vorrei chiedere a Raffaele se quella disponibilità più volte data, relativa ad un lavoro comune per mettere delle regole sulla rappresentanza e democrazia sindacale, sia sempre valida". "Io mi dichiaro disponibile - aggiunge - già da domani a lavorare rapidamente con Cisl e Uil su tale definizione".
"Se non vogliamo raccontarci balle su questa crisi, sono stati messi al massimo 2-3 miliardi di euro". Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al congresso della Cisl. "La crisi non è finita - avverte - e i prossimi mesi, soprattutto per l'occupazione, saranno molto più pesanti". Chiede quindi al governo di aprire subito un tavolo di confronto per affrontare la situazione. Sull'argomento della crisi, prosegue Epifani, "nei giornali i destini e le vite delle persone finiscono in un trafiletto". Secondo il leader Cgil, al contrario, i sindacati devono rovesciare la situazione ed "essere in grado di ridare volto, dignità e rappresentatività a chi paga il prezzo più alto".
La Cgil "non vuole sfuggire al tema della riforma delle pensioni" e ritiene che occorra "completare il lavoro iniziato con il governo Prodi". Il tema tornerà attuale dopo la crisi, dice Epifani, ma "bisogna affrontarlo con ordine", considerando che i conti Inps sono buoni e che le difficoltà attuali aumenteranno il numero dei lavoratori in uscita anticipata dall'impiego. Corso Italia è disponibile a ragionare sul ripristino dell'età pensionabile flessibile per gli assegni di anzianità ma, soprattutto, va completata la normativa sui lavori usuranti. "I lavoratori ci chiedono di sapere a che punto siamo – dice Epifani alla platea Cisl -, non è la stessa cosa andare in pensione a una certa età se hai lavorato tutta la vita in catena di montaggio". Per i più giovani, invece, c'è il problema dei coefficienti di trasformazione: "Il sistema contributivo a regime produrrà pensioni troppo basse".
Un passaggio è poi dedicato ai migranti. "Dobbiamo tenere fermo il valore che ci accomuna, dire no al reato di clandestinità e alle ronde - spiega -, è una battaglia culturale sull'umanesimo della persona".
Buona l'accoglienza della platea Cisl per Epifani, che è stato applaudito in 14 punti del suo discorso.
Fonte: http://www.rassegna.it
Nessun commento:
Posta un commento