giovedì 28 agosto 2008

Call center Atesia, adesso i problemi toccano agli interinali

Precari in affitto dall'agenzia «Interim 25», rispondono per la Tim. Ma dopo due mesi non hanno ancora visto un euro.

Vuoi o non vuoi ad Atesia, il call center più grande d'Italia, c'è sempre qualche problema. Dopo l'abbondante stabilizzazione dei precari storici - con luci e ombre, nel corso del 2007 - adesso tocca agli interinali. Presi in affitto attraverso le agenzie Metis, Adecco e Interim 25, ad alcuni capita di lavorare senza venire retribuiti. In particolare, ci occupiamo di quelli della Interim 25, società che ha sede legale a Bari, ma che quest'anno aveva trovato una novantina di persone per l'emergenza estiva attraverso la filiale di Roma. Tutti lavoratori da impiegare al 119 della Tim. I novanta hanno fatto un corso di 15 giorni che avrebbe dovuto essere retribuito intorno ai 300 euro, con relativo attestato finale. Circa la metà di loro ha passato la selezione di fine corso e ha regolarmente preso servizio dal 7 luglio, per un contratto di due mesi: e il primo stipendio sarebbe dovuto arrivare già a inizio agosto. Ma siamo costretti a tutti questi condizionali perché dei soldi non s'è vista traccia e, come se non bastasse, la Interim 25 di Roma dopo alcune telefonate di protesta ha deciso di non rispondere più, lasciando un numero affisso in bacheca: per info contatta la sede di Bari. Noi ieri pomeriggio abbiamo provato ripetutamente a chiamare, sia Roma che Bari, ma non ci ha risposto nessuno.
«Ormai sono quasi due mesi che lavoro ma non ho ricevuto un euro - ci spiega un operatore, che per motivi comprensibili lasciamo nell'anonimato - Siamo esasperati, dobbiamo pagare affitti, bollette, abbiamo problemi persino con la spesa. Abbiamo chiamato decine di volte la Interim 25 ma ormai alla sede di Roma non ci rispondono più. A Bari abbiamo trovato qualcuno che ci ha ascoltato, ma non ci ha dato risposte esaurienti». E così, quasi per un crudele contrappasso, gli addetti al call center hanno dovuto attaccarsi a un altro call center per ottenere il loro salario. Almeno 800 euro per il solo luglio, senza contare le maggiorazioni per domeniche e notti; e gli straordinari: per alcuni sono più di 20 ore. Un po' il fatto che i dipendenti di Atesia sono in ferie, un po' le campagne estive, il lavoro non manca. E anche i 300 euro del corso: per ora nisba. E dire che si è svolto con tutti i crismi nella sede di Atesia, con una formatrice della Tim. Alla faccia, è tutto gratis?
Per il momento, pare di sì, anche se gli operatori annunciano vertenze a raffica: «Noi non ci arrendiamo, non è giusto lavorare e non essere pagati nelle scadenze giuste. E' una questione di correttezza. E poi con cosa viviamo?». Si tratta di contratti da 30 ore settimanali, quasi un full time, e dunque praticamente l'unica fonte di sostentamento per la gran parte dei lavoratori.
A 30 ore settimanali, comunque, arriveranno gradualmente anche i dipendenti di Atesia, grazie a un accordo di giugno: chi ne farà richiesta, potrà passare da 20 (o 25) a 30 ore. Il tutto in 3 anni, i primi 450 operatori già in settembre. Ma nonostante questo, Atesia continua a pescare nelle agenzie interinali. Per tutti, comunque, va ricordato l'appuntamento del prossimo 19 settembre: a Roma si terrà la prima manifestazione nazionale dei call center.
Antonio Sciotto
Fonte: http://www.ilmanifesto.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

...ex lap!!! ...interinali!!!
ma i solo dipendenti che fine hanno fatto? ormai il fatto di avere un contratto a tempo indeterminato fa si che il sindacato non li segua più. poi non importa se guadagnano 600euro al mese tanto c'hanno il contratto.
ma andate a cagare sindacalisti fantasmi.

incazzatocos