Come SLC-CGIL intendiamo esprimere forte preoccupazione dinanzi alla circolare n.25/08 emanata dal Ministero del Lavoro in materia di Collaborazioni coordinate e continuative “a progetto” e attività dei call center.
Denunciamo il forte rischio che i contenuti della Circolare rappresentino una regressione, anche sul piano della cultura dei diritti, che mette in pericolo il completamento del processo di stabilizzazione del rapporto di lavoro per quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che svolgono attività di call center outbound.
In particolare è preoccupante considerare, in assenza dell’elemento della subordinazione, lavoratori autonomi anche i collaboratori che, nello svolgere attività outbound, utilizzino mezzi, locali, sistemi di gestione delle chiamate forniti dal committente.
Grave è che la Circolare “dimentichi” decine di sentenze che hanno nel tempo sancito come siano l’organizzazione del lavoro e le modalità tecnico-strumentali della prestazione lavorativa a sancire il rapporto di subordinazione.
Il rischio, tutt’altro che ipotetico, è che questa sia la strada che porti nuovamente a quel clima di tolleranza verso abusi e precariato. Quello stesso clima che lo scorso 19 settembre, nel corso della Manifestazione nazionale dei call center outsourcing, migliaia di lavoratrici e lavoratori avevano chiesto venisse definitivamente spazzato via. Come SLC siamo sin da ora in campo per respingere questo che consideriamo l’ennesimo tassello di un programma di attacco al diritto del lavoro così come lo abbiamo conosciuto sino ad oggi. Già nei prossimi giorni ricorreremo alla magistratura deputata per chiedere il ritiro della Circolare perché i call center smettano definitivamente di essere il simbolo di una generazione senza diritti e senza futuro.
Denunciamo il forte rischio che i contenuti della Circolare rappresentino una regressione, anche sul piano della cultura dei diritti, che mette in pericolo il completamento del processo di stabilizzazione del rapporto di lavoro per quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che svolgono attività di call center outbound.
In particolare è preoccupante considerare, in assenza dell’elemento della subordinazione, lavoratori autonomi anche i collaboratori che, nello svolgere attività outbound, utilizzino mezzi, locali, sistemi di gestione delle chiamate forniti dal committente.
Grave è che la Circolare “dimentichi” decine di sentenze che hanno nel tempo sancito come siano l’organizzazione del lavoro e le modalità tecnico-strumentali della prestazione lavorativa a sancire il rapporto di subordinazione.
Il rischio, tutt’altro che ipotetico, è che questa sia la strada che porti nuovamente a quel clima di tolleranza verso abusi e precariato. Quello stesso clima che lo scorso 19 settembre, nel corso della Manifestazione nazionale dei call center outsourcing, migliaia di lavoratrici e lavoratori avevano chiesto venisse definitivamente spazzato via. Come SLC siamo sin da ora in campo per respingere questo che consideriamo l’ennesimo tassello di un programma di attacco al diritto del lavoro così come lo abbiamo conosciuto sino ad oggi. Già nei prossimi giorni ricorreremo alla magistratura deputata per chiedere il ritiro della Circolare perché i call center smettano definitivamente di essere il simbolo di una generazione senza diritti e senza futuro.
Roma, 4 dicembre 2008
SEGRETERIA NAZIONALE SLC-CGIL
SEGRETERIA NAZIONALE SLC-CGIL
Nessun commento:
Posta un commento