mercoledì 16 aprile 2008

Comunicato 15 aprile 2008 Cdlt Cgil Rm Sud

In Prima linea…sempre
Crediamo di aver percorso una parte importante nella “normalizzazione” di Atesia. Sappiamo di dover ancora ottenere importanti miglioramenti salariali e non solo:

  • implementazione delle ore lavorate
  • Premio di Risultato
  • orari di lavoro e matrice oraria
  • giusto inquadramento per tutti
  • vivibilità (ambiente e organizzazione del lavoro).

Tali operazioni non possono essere e aggiungeremmo non devono essere disegnate ad immagine delle organizzazioni sindacali (intese come strutture territoriali o nazionali), l’emancipazione, la crescita, la consapevolezza dei propri diritti e delle proprie potenzialità rivendicative, devono crescere e svilupparsi nel tessuto aziendale. Sono le lavoratrici ed i lavoratori che impegnandosi devono trovare soluzioni attraverso lo strumento della rappresentanza sindacale.
La CGIL vuole essere lo strumento della realizzazione dell’affrancamento dalla sudditanza individuale che i lavoratori precari per tanti anni hanno dovuto subire.
Da parecchi mesi abbiamo costituito il Comitato degli Iscritti che è diventato per noi strumento di elaborazione, sindacalizzazione e interazione con le lavoratrici ed i lavoratori di Atesia, anche per questo motivo siamo riusciti a costruire rapidamente una GRANDE E RAPPRESENTATIVA LISTA ELETTORALE PER LE RSU.
Noi stiamo attuando ciò che dicevamo, abbiamo fornito ai lavoratori lo strumento per l’emancipazione, dal momento delle elezioni, DA NOI PROCLAMATE IL 7 APRILE, saranno le donne e gli uomini che in Atesia lavorano a dover costruire il proprio futuro. Molti in questi mesi, senza assumersi l’onere delle scelte “hanno straparlato”, molte volte aggredendo pesantemente la nostra organizzazione, abbiamo avuto anche modo di vederli poi anche all’opera, i Cobas hanno 1 RSU in Almaviva Contact e a noi non sembra che tra le cose “gridate” nelle nostre assemblee e quelle fatte si dimostri una grande coerenza e capacità di realizzazione. D’altronde già avevamo visto l’agire dei Cobas nel Gruppo con la rappresentanza unica in Xcos.
Noi sappiamo che nessuna organizzazione sindacale confederale o autonoma senza una piena rappresentanza e partecipazione è in grado di trovare soluzioni di vivibilità in azienda, e per la costruzione di questa abbiamo lavorato, NOI NON ABBIAMO LAVORATO CONTRO QUALCUNO ma per le lavoratrici ed i lavoratori anche se con pochi strumenti.
Sappiamo che solo l’elezione di una rappresentanza che acquisisca il controllo dell’organizzazione del lavoro: Orari, Ambiente, Tempi di lavoro, si può rendere Atesia un’azienda dove lavorare non sia più un incubo.
PER QUESTO VI CHIEDIAMO DI SOSTENERE LA CGIL NELLE ELEZIONI E VOTARE LE VOSTRE COLLEGHE ED I VOSTRI COLLEGHI CHE HANNO SCELTO L'IMPEGNO SINDACALE NELLA NOSTRA LISTA.
Noi non siamo spuntati oggi chiedendovi un voto per poi farne ciò che vogliamo, sono mesi che combattiamo e tentiamo con questa difficile azienda di ottenere degli avanzamenti, ci abbiamo messo la faccia ed il cuore, non ci siamo mai tirati indietro e continueremo ad esserci sempre. A noi l’azienda in nessun modo ci ha aperto le porte, cosa che sta facendo con l’UGL, i dirigenti tranquillamente girano per l’azienda senza che nessuno ponga questioni, ricordiamo di quando Atesia a noi della Cgil non ci consentiva neppure l’accesso ai locali. Noi non abbiamo mai chiesto e non chiediamo favori ma una equa risoluzione dei problemi di chi è in difficoltà.
Aiuteremo la nuova rappresentanza sindacale con corsi di formazione e con un’assistenza continua, rispettando sempre l’autonomia della RSU.

Roma, 15 aprile 2008 Cdlt Cgil Rm Sud

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Volevo chiedervi due cose:

1) c'è la possibilità in Atesia di abbandonare questo contratto a tempo indeterminato e ritornare co.co.pro. senza avere più turni obbligatori ed essere pagati a cottimo?

2) siete al corrente che a noi lavoratori è stato imposto di dovere prendere le ferie o il 25 aprile oppure il 1 maggio perchè l'azienda non intende pagarci due giorni festivi? è legale, può farlo oppure no?

b_cosimi ha detto...

In merito al primo quesito spero proprio di no. Dopo tutte le lotte ed i sacrifici compiuti da tutti per raggiungere il contratto a tempo indeterminato, vedere tornare in azienda contratti co.co.pro sarebbe qualcosa di piu' di una sconfitta. Peraltro ricordo che è stata emanata anche una circolare del ministero del lavoro per riconoscere, anche per le attività outbound, un rapporto di subordinazione ( circolare che la cgil ha fortemente voluto. Capisco che al momento la situazione, sia salariale sia di vivibilità all'interno dell'azienda, legata anche ai turni di lavoro è complicata, ma non dobbiamo perdere di vista l'importante conquista che abbiamo ottenuto con il contratto indeterminato nell'acquisizione di diritti che certo con contratti lap non avremmo mai avuto.
Riguardo alla seconda questione posta non solo siamo a conoscenza ma ci stiamo attivando affinchè a questa questione si ponga fine e si regolamenti. Intanto ti invito a leggere il comunicato uscito già in data 21/04. E' chiaro che è una forzatura imposta dall'azienda e certo non concordata con le rsu, abbiamo piu' volte richiesto che si modificasse l'atteggiamento impositivo dell'azienda e stiamo procedendo per trovare una soluzione.
Barbara Cosimi Rsu Slc Cgil Atesia

Anonimo ha detto...

Importante conquista?

mah...a quasi un anno di distanza ancora fatico a vedere questi vantaggi.
Ormai ho perso ogni speranza, entro un mese abbandonerò la nave per ritornare LAP altrove e riguadagnare libertà e dignità!!!

by Operatore 119 molto deluso!


p.s. non sono l'unico operatore che la pensa in questo modo, fatevi un giro per le postazioni e vi accorgerete che ce ne sono tanti che vorrebbero tornare come stavamo prima!

marcello ha detto...

Pur nel doveroso rispetto delle idee altrui, mi sembra fuori luogo parlare di libertà e dignità che si riacquistano rinunciando ad un contratto a tempo indeterminato – sia pure da 600 euro al mese – per “conquistarne” uno a progetto.
Vedere nella precarietà, nell’assenza di diritti, nella illegalità (del datore di lavoro ovviamente) un’aspirazione non può che lasciarmi perplesso. Cosa intendi per libertà? Forse quella di non avere vincoli di orario. Ho lavorato da LAP anche in altri call center e in tutti questi avevo un orario di lavoro che mi veniva comunicato 24/48 ore prima. Cosa intendi per dignità? Non riesco a capire. Per me libertà e dignità non possono esistere senza la titolarità di veri diritti: il diritto ad un salario previsto dal ccnl e non dal datore di lavoro, il diritto alla malattia, il diritto alla ferie, il diritto alla tutela della maternità e della paternità, il diritto ai permessi studio, il trattamento di fine rapporto, il diritto ad una pensione nella gestione ordinaria e non in quella separata, il diritto ai permessi elettorali, la tutela contro i licenziamenti, ecc. Barattare questo e altro ancora con la possibilità (scusa non riesco a usare la parola libertà) di fare pausa non mi sembra conveniente. Ti faccio un esempio: una collega ha subito un incidente stradale in seguito al quale sarà assente, tra ricovero e convalescenza, per un paio di mesi. In questo periodo continuerà comunque a godere dei diritti che sono riconosciuti al lavoratore dipendente. Se tutto questo le fosse successo un anno fa le cose sarebbero state diverse. Vorrei aggiungere un'altra cosa; quando ero LAP lavoravo 30 ore effettive a settimana e guadagnavo (netto in busta paga) quanto guadagno ora (non ero tra i fortunati tim119 ma tra i non pochi sfigati del mercato terzi); avevo la possibilità di fare pausa quando volevo, di entrare più tardi o di andarmene prima ma così facendo guadagnavo ancora meno e se scoprivo i servizi rischiavo di non farmi rinnovare il contratto. Non avevo i diritti di cui parlavo prima e se c’era un briefing me lo pagavano 5 euro; e se un periodo non squillava erano dolori per chi, come me, aveva spese improrogabili. Quando ho dovuto subire un piccolo intervento, benché i medici mi avessero consigliato una convalescenza di una quindicina di giorni, dopo neanche una settimana ero di nuovo al lavoro; era quella la libertà? Era quella la dignità? Io non credo.

b_cosimi ha detto...

Ancora una considerazione .......
Ricordo ancora bene due episodi significativi che mi sono accaduti quando ancora ero precaria in Atesia. Ancora non c'erano i lap ma si aveva una p.iva e si pagava la postazione( molto tempo fa per fortuna...)
1)una sera ( avevo il turno 17/22 e non ci fu modo di cambiarlo) il mio pc non funzionava e tutte le altre postazioni erano occupate( c'erano code e quindi una buona occasione per guadagnare bene), chiamai un ats ( che per fortuna non e' piu' in Atesia, ma aimhe' ha fatto carriera altrove)ma poiche' stava parlando al telefono con un amico mi disse quasi deridendomi che dovevo attendere. Passo' cosi' piu' di mezz'ora che io avrei pagato come postazione, ma durante la quale non guadagnai nulla. Dovetti tacere pena il mancato rinnovo del contratto.
2)un'altra sera, un cliente in linea, una domanda a cui non sapevo rispondere, misi in attesa il cliente e mi diressi nel box dell'ats per chiedere ragguagli in merito. La signora stava affogandosi con un panino mentre guardava la tv che era nel box a porta chiusa. Bussai ( era urgente, dovevo rispondere a quel cliete) ma fui buttata letteralmente fuori con urla minacciose, poiche' stavo disturbando il suo pasto. Ancora tacqui, ancora per timore del mancato rinnovo del contratto.
A distanza di anni ripenso a quegli episodi ed ancora mi sento lo stomaco che si contorce per la rabbia e l'umiliazione. Non si può e non si deve tacere per paura di perdere il posto di lavoro, non si puo' rinunciare alla propria dignità per il timore e per guadagnare due soldi in piu'.Dobbiamo riappropriarci di una coscienza sociale, dobbiamo riappropriarci di tutto quello che una condizione di precarietà totale ci priva: dignità, forza, voglia di lottare per rendere questa società quella che noi desideriamo che sia.