Il governo attacca un diritto costituzionale dei lavoratori confermando i tratti illiberali della sua azione e la sua volontà di aprire un conflitto permanente con tutti i lavoratori dipendenti.
La CGIL denuncia che con l’annuncio pubblico da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, della presentazione di un disegno di legge per la riforma del diritto di sciopero nei servizi pubblici e privati, il Governo palesa compiutamente i tratti illiberali che governano i suoi rapporti con il mondo del lavoro dipendente, spingendosi fino al rischio di mettere in discussione il diritto di sciopero ora garantito dalla Costituzione.
La Cgil dichiara la sua ferma contrarietà:
1. all’obbligo di referendum preventivo
2. all’obbligo per il lavoratore all’adesione preventiva individuale
3. all’allungamento dell’intervallo di tempo tra due scioperi
4. all’inasprimento delle modalità di revoca dello sciopero
5. alle sanzioni prefettizie
6. all’obbligo di forme di arbitrato collettivo che, per quel che si capisce, secondo il governo dovrebbero precedere ogni dichiarazione di sciopero e le procedure di raffreddamento e conciliazione già esistenti;
La Cgil denuncia il pericolo dell’introduzione di tratti autoritari anche nel governo del conflitto sociale che, invece, richiederebbe regole condivise ed esteso consenso.
Il complesso delle misure annunciate, conferma il chiaro intento del governo di introdurre ulteriori e immotivate restrizioni al diritto di sciopero e alla libertà sindacale in una situazione nella quale le regole attuali offrono già all’utenza una protezione che non ha eguali negli altri Paesi europei.
Nel merito la CGIL ribadisce la sua contrarietà: “Alla consultazione referendaria preventiva; all’allungamento dei tempi di intervallo, dato che già oggi, tra uno sciopero e l’altro, l’intervallo minimo è di 20 giorni; all’introduzione dello sciopero virtuale per legge; all’attribuzione ai Prefetti del potere di esecuzione delle sanzioni individuali deliberate dalla Commissione; all’attribuzione alla Commissione di poteri di conciliazione e arbitrato, cambiandone così la natura da organo di garanzia a ruolo di parte; alle proposte sulla revoca dello sciopero - conclude la nota - che già prevedono oggi un preavviso minimo di 5 giorni”.
Alitalia, Modello Contrattuale, RI-precarizzazione del mercato del Lavoro, Indebolimento dell’art.18, attacco al diritto di sciopero, tutto in soli cinque mesi di governo, tutto contro diritti giuridici ed economici dei lavoratori sotto la fascia dei 35.000 € di reddito, cresce sempre più in tutti noi la consapevolezza di essere al centro di un attacco premeditato e pianificato al mondo del lavoro dipendente che nulla ha a che vedere con la parola riformismo ma semmai assume sempre più i caratteri di puro revanscismo classista.
La CGIL denuncia che con l’annuncio pubblico da parte del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, della presentazione di un disegno di legge per la riforma del diritto di sciopero nei servizi pubblici e privati, il Governo palesa compiutamente i tratti illiberali che governano i suoi rapporti con il mondo del lavoro dipendente, spingendosi fino al rischio di mettere in discussione il diritto di sciopero ora garantito dalla Costituzione.
La Cgil dichiara la sua ferma contrarietà:
1. all’obbligo di referendum preventivo
2. all’obbligo per il lavoratore all’adesione preventiva individuale
3. all’allungamento dell’intervallo di tempo tra due scioperi
4. all’inasprimento delle modalità di revoca dello sciopero
5. alle sanzioni prefettizie
6. all’obbligo di forme di arbitrato collettivo che, per quel che si capisce, secondo il governo dovrebbero precedere ogni dichiarazione di sciopero e le procedure di raffreddamento e conciliazione già esistenti;
La Cgil denuncia il pericolo dell’introduzione di tratti autoritari anche nel governo del conflitto sociale che, invece, richiederebbe regole condivise ed esteso consenso.
Il complesso delle misure annunciate, conferma il chiaro intento del governo di introdurre ulteriori e immotivate restrizioni al diritto di sciopero e alla libertà sindacale in una situazione nella quale le regole attuali offrono già all’utenza una protezione che non ha eguali negli altri Paesi europei.
Nel merito la CGIL ribadisce la sua contrarietà: “Alla consultazione referendaria preventiva; all’allungamento dei tempi di intervallo, dato che già oggi, tra uno sciopero e l’altro, l’intervallo minimo è di 20 giorni; all’introduzione dello sciopero virtuale per legge; all’attribuzione ai Prefetti del potere di esecuzione delle sanzioni individuali deliberate dalla Commissione; all’attribuzione alla Commissione di poteri di conciliazione e arbitrato, cambiandone così la natura da organo di garanzia a ruolo di parte; alle proposte sulla revoca dello sciopero - conclude la nota - che già prevedono oggi un preavviso minimo di 5 giorni”.
Alitalia, Modello Contrattuale, RI-precarizzazione del mercato del Lavoro, Indebolimento dell’art.18, attacco al diritto di sciopero, tutto in soli cinque mesi di governo, tutto contro diritti giuridici ed economici dei lavoratori sotto la fascia dei 35.000 € di reddito, cresce sempre più in tutti noi la consapevolezza di essere al centro di un attacco premeditato e pianificato al mondo del lavoro dipendente che nulla ha a che vedere con la parola riformismo ma semmai assume sempre più i caratteri di puro revanscismo classista.
Roma 28 ottobre 2008
SLC CGIL ROMA E LAZIO
RSU SLC CGIL ROMA E LAZIO
SLC CGIL ROMA E LAZIO
RSU SLC CGIL ROMA E LAZIO
Nessun commento:
Posta un commento