La Confindustria, con la sua proposta sul modello contrattuale, vuole:
1 - Utilizzare un indicatore senza l'inflazione derivante dal costo dell'energia per l'aumento dei minimi del contratto nazionale.Ciò significa:
■ per l'anno 2008 un punto in meno per la copertura dei salari;
■ che le famiglie pagheranno l'inflazione derivante dal costo dell'energia più delle imprese perché su di loro peserà anche la riduzione degli aumenti retributivi, oltre che i maggiori costi nelle bollette e nel prezzo della benzina;
■ che i lavoratori pagano due volte, mentre le imprese possono aumentare i prezzi ed il governo si guarda bene dal controllare le tariffe;
2 - Abbassare il valore medio delle retribuzioni sul quale fino ad ora sono stati rinnovati i contratti. Ciò significa:
■ una riduzione del 15% per i meccanici, del 20% per i trasporti; del 30% per i pubblici dipendenti.
3 - Riconoscere il recupero della maggiore inflazione solo se.... "significativo". Ciò significa:
■ programmare la riduzione dei salari perché l'incremento che non verrà riconosciuto con il rinnovocontrattuale e che viene escluso dal recupero sarà perso per sempre.
La CGIL ha detto NO a queste proposte di Confindustria perché vuole:
■ difendere ed aumentarci salari;
■ valorizzare il lavoro e, quindi, contrattare;
■ la garanzia di diritti universali per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
La CGIL, come rivendicato nella piattaforma unitaria definita con CISL e UIL, vuole un modello contrattuale unico. Per questo non vogliamo un accordo solo con Confindustria. Se ci saranno tanti modelli contrattuali:
■ diversi per numero di anni e sul modo di calcolare gli aumenti, saranno le imprese a decidere dove associarsi e quale modello utilizzare ricercando le loro convenienze;
■ non avremo più diritti contrattuali universali per i lavoratori e le lavoratrici pubblici e privati, dell'industria e dei servizi;
■ la logica degli aumenti unilaterali e della divisione dei lavoratori prenderanno piede mentre il governo avrà più forza per tornare al contratto dei dipendenti pubblici per legge.
La CGIL, come rivendicato nella piattaforma unitaria definita con CISL e UIL, vuole l'estensione della contrattazione di secondo livello.
La proposta di Confindustria invece prevede che:
- aumentino a dismisura i vincoli e le procedure riducendo così la contrattazione;
- scattino le sanzioni se si discute in aziende di materie contrattuali;
- categorie ed RSU, imbrigliate da un pesante sistema di regole, non siano soggetti della contrattazione salvo che non vogliano peggiorare il contratto nazionale perché le deroghe, in peggio, si possono fare!
Per la CGIL:
■ Un accordo sulle regole deve essere condiviso da tutte le parti, perché se le regole sono solo di alcune parti non sono regole.
■ Non si può decidere senza il pronunciamento ed il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici perché il modello contrattuale definisce le regole per il SALARIO e per i DIRITTI di tutti.
1 - Utilizzare un indicatore senza l'inflazione derivante dal costo dell'energia per l'aumento dei minimi del contratto nazionale.Ciò significa:
■ per l'anno 2008 un punto in meno per la copertura dei salari;
■ che le famiglie pagheranno l'inflazione derivante dal costo dell'energia più delle imprese perché su di loro peserà anche la riduzione degli aumenti retributivi, oltre che i maggiori costi nelle bollette e nel prezzo della benzina;
■ che i lavoratori pagano due volte, mentre le imprese possono aumentare i prezzi ed il governo si guarda bene dal controllare le tariffe;
2 - Abbassare il valore medio delle retribuzioni sul quale fino ad ora sono stati rinnovati i contratti. Ciò significa:
■ una riduzione del 15% per i meccanici, del 20% per i trasporti; del 30% per i pubblici dipendenti.
3 - Riconoscere il recupero della maggiore inflazione solo se.... "significativo". Ciò significa:
■ programmare la riduzione dei salari perché l'incremento che non verrà riconosciuto con il rinnovocontrattuale e che viene escluso dal recupero sarà perso per sempre.
La CGIL ha detto NO a queste proposte di Confindustria perché vuole:
■ difendere ed aumentarci salari;
■ valorizzare il lavoro e, quindi, contrattare;
■ la garanzia di diritti universali per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
La CGIL, come rivendicato nella piattaforma unitaria definita con CISL e UIL, vuole un modello contrattuale unico. Per questo non vogliamo un accordo solo con Confindustria. Se ci saranno tanti modelli contrattuali:
■ diversi per numero di anni e sul modo di calcolare gli aumenti, saranno le imprese a decidere dove associarsi e quale modello utilizzare ricercando le loro convenienze;
■ non avremo più diritti contrattuali universali per i lavoratori e le lavoratrici pubblici e privati, dell'industria e dei servizi;
■ la logica degli aumenti unilaterali e della divisione dei lavoratori prenderanno piede mentre il governo avrà più forza per tornare al contratto dei dipendenti pubblici per legge.
La CGIL, come rivendicato nella piattaforma unitaria definita con CISL e UIL, vuole l'estensione della contrattazione di secondo livello.
La proposta di Confindustria invece prevede che:
- aumentino a dismisura i vincoli e le procedure riducendo così la contrattazione;
- scattino le sanzioni se si discute in aziende di materie contrattuali;
- categorie ed RSU, imbrigliate da un pesante sistema di regole, non siano soggetti della contrattazione salvo che non vogliano peggiorare il contratto nazionale perché le deroghe, in peggio, si possono fare!
Per la CGIL:
■ Un accordo sulle regole deve essere condiviso da tutte le parti, perché se le regole sono solo di alcune parti non sono regole.
■ Non si può decidere senza il pronunciamento ed il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici perché il modello contrattuale definisce le regole per il SALARIO e per i DIRITTI di tutti.
CGIL, sempre dalla tua parte
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