LA PROPOSTA DI CONFINDUSTRIA
SUL MODELLO CONTRATTUALE
NON VA BENE ED E' IN NETTO CONTRASTO
CON LA PIATTAFORMA UNITARIA
SUL MODELLO CONTRATTUALE
NON VA BENE ED E' IN NETTO CONTRASTO
CON LA PIATTAFORMA UNITARIA
Per la Cgil, la trattativa con Confindustria è esaurita ed è necessaria l'apertura di un tavolo negoziale con tutti i soggetti imprenditoriali pubblici e privati e con il Governo per ridefinire un modello contrattuale universale condiviso.
L'impianto proposto da Confindustria, le iniziative del Governo con la manifesta volontà di cancellare i contratti di lavoro pubblici, l'accordo separato nel contratto del commercio e terziario indicano il concreto rischio che si moltiplichino i modelli contrattuali, si cancelli l'attuale modello valevole per tutti i lavoratori, si generi una rincorsa al ribasso fra contratti (dumping contrattuale) indebolendo ulteriormente le categorie più frammentate.
Siamo nettamente contrari alla cancellazione di un unico modello contrattuale perché non vogliamo che prenda piede il "federalismo contrattuale" (ritorno alle gabbie salariali) e che vengano abbandonati i diritti contrattuali nazionali.
La CGIL ha giudicato il documento di Confindustria incompatibile con la piattaforma unitaria presentata da CGIL, CISL e UIL.
Ecco alcune delle nostre ragioni:
- L'indicatore che Confindustria vorrebbe utilizzare per determinare gli aumenti contrattuali non risponde all'inflazione realisticamente prevedibile e non è accompagnato da verifica e recupero dell'eventuale scostamento tra l'inflazione reale e quella prevista. Così si determina la riduzione programmata dei salari contrattuali;
- La base di calcolo proposta per definire gli aumenti contrattuali nazionali comporterebbero, nelle singole categorie, riduzioni che varierebbero dal 12% al 30%, rispetto al sistema attualmente in vigore;
- Gli sgravi fiscali solo sul 2° livello di contrattazione rispondono a pochi. Per noi deve essere ripresa la vertenza generale sul fisco con la restituzione del fiscal drag ai lavoratori e ai pensionati;
- Non vi è allargamento della contrattazione di 2° livello. Anzi, dalla totale variabilità e indeterminatezza dei premi proposta deriverebbe addirittura una riduzione della contrattazione;
- Sono inaccettabili le procedure che limitano l'autonomia contrattuale delle categorie e mettono in discussione le prerogative delle RSU. Le proposte sanzionatorie, derogatorie, l'arbitrato, la conciliazione e le proposte sulla bilateralità sono la negazione del rilancio della contrattazione;
- La possibilità di derogare è prevista solo per peggiorare e non per innovare e migliorare con la contrattazione di 2° livello la prestazione lavorativa;
- Confindustria sulla bilateralità ha sempre detto no. Ora propone di assumerla e allargarla fino a prevedere per l'ente bilaterale un ruolo di collocatore di mano d'opera, di gestore di ammortizzatori sociali e delle assicurazioni sanitarie e certificatore dei rapporti di lavoro.
Così si vuole snaturare il sindacato
e la sua rappresentanza.
e la sua rappresentanza.
Queste sono le posizioni sostenute dalla CGIL. Sulla base di queste posizioni abbiamo affermato che per noi la trattativa con Confindustria è esaurita ed abbiamo rivendicato un tavolo con tutti i soggetti imprenditoriali pubblici, privati e con il Governo che ancora oggi propone per i lavoratori del pubblico impiego aumenti contrattuali del 1,7% pari a 65 €. per 2 anni.
Sintesi della piattaforma unitaria di CGIL, CISL e UIL presentata e discussa in migliaia di assemblee con i lavoratori.
-Fare un accordo per un sistema contrattuale unico (industria, commercio, servizi, pubblico impiego,ecc.)
-Un sistema contrattuale supportato da un quadro di regole che definiscano una politica dei redditi come rivendicato dalla piattaforma CGIL, CISL e UIL
- Salvaguardare il potere di acquisto nei CCNL attraverso un indicatore realistico (indice dei prezzi armonizzato europeo)
-La durata dei CCNL con cadenza di tre anni intervallato dalla contrattazione di secondo livello
- Certezza sugli aumenti salariali con decorrenza alla scadenza del CCNL
- Favorire e allargare la contrattazione di secondo livello con la detassazione e la decontribuzione degli aumenti pensionabile
- Prevedere regole nei CCNL di esigibilità della contrattazione aziendale o territoriale con un salario per obiettivi
- La democrazia e la rappresentanza certificata
Nel documento di Confindustria si chiede lo sganciamento dell'evoluzione del salario dal potere di acquisto, la dinamica salariale è tutta subordinata alla produttività del sistema economico/produttivo del settore o aziendale.
Si afferma la supremazia dell'azienda sul lavoro.
E' UN SISTEMA CHE GUARDA SOLO ALLA SUA RAPPRESENTANZA E, QUINDI NEGA IL MODELLO UNIVERSALE.
- Non c'è alcun legame con una politica dei redditi più equa ed a tutela dall'inflazione, manca ogni relazione con il fisco;
- Sul salario prevede che l'inflazione importata sia depurata dagli aumenti energetici;
- Vuole il calcolo degli aumenti contrattuali su un valore medio più basso di quello attuale;
- Prevede contratti triennali e una possibilità di contrattazione di secondo livello secondo l'attuale prassi, quindi non l'estensione;
- Nel documento si prevede la possibilità di deroghe aziendali all'applicazione di contratti collettivi, sia per parti economiche che per parti normative;
- Si introducono principi di superamento del principio di tutele universali in materia di sostegno al reddito, sanità, mercato del lavoro, ecc;
- Si prevede uno snaturamento della bilateralità fin qui conosciuta, introducendo una sorta di gestione di strumenti attivi e selettivi delle tutele (certificazione
dei contratti, formazione, ammortizzatori);
- Si introduce il principio delle sanzioni della contrattazione sindacale, prevedendo delle penali per le organizzazioni che non rispettano le procedure, mentre nessuna norma è prevista per l'impresa inadempiente.
In merito alla rappresentanza propone che la certificazione avvenga tramite INPS.
-Un sistema contrattuale supportato da un quadro di regole che definiscano una politica dei redditi come rivendicato dalla piattaforma CGIL, CISL e UIL
- Salvaguardare il potere di acquisto nei CCNL attraverso un indicatore realistico (indice dei prezzi armonizzato europeo)
-La durata dei CCNL con cadenza di tre anni intervallato dalla contrattazione di secondo livello
- Certezza sugli aumenti salariali con decorrenza alla scadenza del CCNL
- Favorire e allargare la contrattazione di secondo livello con la detassazione e la decontribuzione degli aumenti pensionabile
- Prevedere regole nei CCNL di esigibilità della contrattazione aziendale o territoriale con un salario per obiettivi
- La democrazia e la rappresentanza certificata
Il documento di Confindustria.
Nel documento di Confindustria si chiede lo sganciamento dell'evoluzione del salario dal potere di acquisto, la dinamica salariale è tutta subordinata alla produttività del sistema economico/produttivo del settore o aziendale.
Si afferma la supremazia dell'azienda sul lavoro.
E' UN SISTEMA CHE GUARDA SOLO ALLA SUA RAPPRESENTANZA E, QUINDI NEGA IL MODELLO UNIVERSALE.
- Non c'è alcun legame con una politica dei redditi più equa ed a tutela dall'inflazione, manca ogni relazione con il fisco;
- Sul salario prevede che l'inflazione importata sia depurata dagli aumenti energetici;
- Vuole il calcolo degli aumenti contrattuali su un valore medio più basso di quello attuale;
- Prevede contratti triennali e una possibilità di contrattazione di secondo livello secondo l'attuale prassi, quindi non l'estensione;
- Nel documento si prevede la possibilità di deroghe aziendali all'applicazione di contratti collettivi, sia per parti economiche che per parti normative;
- Si introducono principi di superamento del principio di tutele universali in materia di sostegno al reddito, sanità, mercato del lavoro, ecc;
- Si prevede uno snaturamento della bilateralità fin qui conosciuta, introducendo una sorta di gestione di strumenti attivi e selettivi delle tutele (certificazione
dei contratti, formazione, ammortizzatori);
- Si introduce il principio delle sanzioni della contrattazione sindacale, prevedendo delle penali per le organizzazioni che non rispettano le procedure, mentre nessuna norma è prevista per l'impresa inadempiente.
In merito alla rappresentanza propone che la certificazione avvenga tramite INPS.
LA CGIL CHIEDE DI RITORNARE ALLA PIATTAFORMA UNITARIA
PER RESPINGERE L'ATTACCO DI CONFINDUSTRIA E DEL GOVERNO E
CONQUISTARE RISPOSTE CONCRETE PER LAVORATORI E PENSIONATI
PER RESPINGERE L'ATTACCO DI CONFINDUSTRIA E DEL GOVERNO E
CONQUISTARE RISPOSTE CONCRETE PER LAVORATORI E PENSIONATI
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