ALMAVIVA: AL VIA CONFRONTO PER TUTELA OCCUPAZIONE
Il giorno 6 novembre si è svolto presso l’Unione industriale di Roma l’incontro fra l’Azienda Almaviva, le Segreterie nazionali di SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL ed il Coordinamento nazionale delle RSU. L’incontro ha avuto come oggetto l’andamento economico del Gruppo e la situazione delle varie commesse in relazione ai livelli occupazionali.
Nel presentare per la divisione CRM un valore della produzione per il 2007 pari a 163 milioni di euro ed un MOL di circa 3 milioni, l’Azienda lamenta perdite per 14.000.000 di euro. In particolare è stata sottolineata dall’Azienda l’incidenza delle penali legate alla scarsa qualità su alcune commesse, il costo del lavoro legato all’utilizzo di personale in somministrazione, l’abbassamento dei margini di guadagno dovuto all’incidenza del costo del lavoro sul prezzo delle commesse (l’Azienda sostiene che per Telecom Italia i prezzi di Almaviva siano al momento più cari del 14.5% rispetto a quelli della concorrenza, indice che Almaviva deve compensare con un ribasso equivalente), la rigidità e la scarsa efficienza di alcuni processi aziendali.
Venendo all’analisi delle singole sedi, è emersa una situazione “a macchia di leopardo”.
Sulla sede di Palermo notevole è la preoccupazione sulla tenuta complessiva a seguito della decisione di Wind di cambiare politica, interrompendo il rapporto esclusivo con Almaviva. Tale scelta ha fatto registrare una riduzione dei volumi 2008 su 2007 pari al 25%. Questo calo è stato in parte compensato dalla commessa Sky e dal ricorso alle ferie.
Per la sede di Catania l’Azienda dichiara, invece, di attendere una crescita progressiva grazie alla commessa Enel e ad un aumento dei volumi di Vodafone.
Per la sede di Milano l’Azienda dichiara un generale trend di crescita grazie al buon andamento delle commesse Edison, Siemens e Comune di Milano. Buone prospettive anche grazie alla commessa Sky (sono previste 100 nuove postazioni di lavoro).
Per quanto riguarda Alicos, l’Azienda dichiara che circa il 62% della forza lavoro è impegnato sulla commessa Alitalia, il 32% invece lavora sulla commessa TIM. Per quanto riguarda il call center Alitalia la situazione è legata agli sviluppi della vertenza Alitalia. L’azienda vanta infatti un credito di 7 milioni di euro alla data del 29 agosto. La prima condizione per evitare il fallimento è che ci sia continuità del servizio con Cai. A riguardo l’Azienda dichiara di attendere che si apra il confronto per il rinnovo del contratto, fermo restando che il destino del debito rimane condizione imprescindibile per il futuro. Per quanto riguarda la parte che si occupa della commessa TIM, anche su questa sede l’Azienda dichiara di scontare le difficoltà legate all’imprevedibilità dell’offerta di chiamate da parte del committente. La flessione delle chiamate è stata è stata stimata nell’ordine del 40%.
In relazione alla situazione di Atesia, l’Azienda dichiara che il problema legato ai flussi di TIM è molto preoccupante. La flessione delle chiamate al 2° semestre del 2008 è stimata al 25%. Per l’Azienda un altro problema legato alla commessa TIM deriva dall’imprevedibilità dei flussi giornalieri e le conseguenti ricadute sull’ organizzazione del lavoro. Questa situazione è stata in parte tamponata dalla campagna “residenziali Edison” (l’esclusiva Atesia termina a metà novembre). La chiusura della campagna TIM outbound è stata compensata (110 FTE) invece dalla commessa per il Comune di Roma. Su Atesia l’Azienda dichiara infine un costo del lavoro superiore dell’8% rispetto a Palermo, in virtù della maggiore anzianità contrattuale e degli sgravi che insistono sulla regione Sicilia.
A Napoli l’Azienda dichiara una situazione complicata. Pur trattandosi di un sito dalle potenzialità tali da poter far delineare all’Azienda stessa un futuro di espansione occupazionale, l’attuale forte criticità del parametro della qualità erogata ha portato Vodafone, a preannunciare, in assenza di una netta inversione di tendenza, il ritiro della commessa, con il conseguente reale pericolo di tenuta del Centro stesso. Un ulteriore elemento di preoccupazione per l’Azienda deriva dal fatto, infine, che a breve Vodafone introdurrà un quinto outsourcer, aumentando quindi una concorrenza già oggi molto forte.
Sulla base di queste considerazioni l’Azienda ha quindi affermato che tre sono i punti di forte criticità che incidono sull’intero gruppo:
- la riduzione dei volumi;
- la forte incidenza delle penali riguardanti il mancato raggiungimento degli obbiettivi di qualità;
- l’incidenza dell’assenteismo sul costo complessivo delle commesse.
A questi problemi l’Azienda ritiene di poter porre rimedio evidenziando tre aree di intervento:
1) Flessibilità: introducendo l’orario multi periodale, l’orario spezzato, una diversa gestione delle ferie e degli straordinari.
2) Qualità delle prestazioni: attraverso strumenti di misurazione e monitoraggio della produttività in termini quantitativi e qualitativi.
3) Produttività: incidendo sui fenomeni di assenteismo e con un programma di efficientamento dei processi aziendali.
A questo punto come Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, nell’esprimere forte preoccupazione sulla situazione del Gruppo Almaviva – anche alla luce della congiuntura economica generale e del settore che non aiutano e che fanno registrare una riduzione dei ricavi dei committenti e un dumping esercitato da imprese scorrette – abbiamo preso atto delle dichiarazioni aziendali, riservandoci di verificare la corrispondenza di quanto detto, in relazione alle specifiche condizioni delle diverse commesse, direttamente con tutte le RSU e i lavoratori. Più volte infatti Almaviva ha dichiarato criticità poi superate.
In ogni caso i dati forniti evidenziano difficoltà dove pesano soprattutto inefficienze organizzative e gestionali di cui il management aziendale è l’unico responsabile e che non sono imputabili ai lavoratori di Almaviva. Lavoratori che anzi stanno non da oggi dimostrando grande senso di responsabilità e – nella stragrande maggioranza dei casi – ottimi livelli di performance.
Come Sindacato ribadiamo ovviamente tutta la nostra disponibilità ad una discussione franca e trasparente che abbia al centro la salvaguardia occupazionale, ma a condizione che l’azienda dimostri altrettanta serietà. Cioè che tutto non si riduca all’ennesimo tentativo di ridurre diritti e tutele. Dichiariamo già oggi infatti che saremo indisponibili a qualsivoglia deroga contrattuale o “artificio” in tema di flessibilità.
Sul tema della qualità come parte sindacale siamo inoltre disponibili, non da ora, a fare la nostra parte purché questo si coniughi con una forte attenzione al tema della formazione del personale e dell’adeguamento dei sistemi operativi. Il tema non può essere infatti strumentalizzato, magari per introdurre forme di controllo a distanza su ogni singolo lavoratore. Ipotesi che – semmai fosse presentata dall’azienda – non potremmo che contrastare con tutti i mezzi.
Sempre sul tema dell’efficienza, riteniamo che possa essere costruttivo un confronto, purché sia a 360°, ovvero che vada a verificare e correggere quelle inefficienze aziendali più volte segnalate e mai realmente superate. Inoltre è stato ricordato all’azienda che qualsiasi strumento di monitoraggio del lavoro non può e non deve prescindere dalla legislazione vigente e dalle tutele previste dal CCNL.
In tema di assenteismo come Segreterie Nazionali abbiamo ribadito all’azienda che il luogo di confronto in realtà esiste già: si tratta di dare vita a quell’Osservatorio paritetico, proposto dal sindacato, che l’azienda aveva accettato. L’Osservatorio per noi potrà avere però una funzione di monitoraggio e di attenzione al tema, salvaguardando il diritto e le tutele per la malattia previste da leggi e CCNL. Il tema è infatti delicato e non può essere in nessun caso strumentalizzato per colpire chi, spesso proprio per l’attività stressante e ripetitiva tipica dei call center, ha invece bisogno di più aiuto e assistenza e non di penalizzazioni.
Chiarite le posizioni di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, come Segreterie Nazionali abbiamo quindi proposto l’istituzione di un tavolo tecnico nazionale (composto dall’Azienda e da 15 membri del coordinamento rappresentativi delle diverse realtà) nel quale si possano affrontare i temi, eventualmente concordando – se vi saranno le condizioni di merito – soluzioni condivise da implementare ed adattare poi sede per sede.
L’azienda si è detta d’accordo a rinviare alla costituzione dell’Osservatorio nazionale il tema dell’assenteismo e ha convenuto con la proposta di metodo da noi indicata.
I lavori del gruppo tecnico sono stati fissati per il prossimo 11 di novembre. In base ai risultati dei lavori, il Coordinamento nazionale delle RSU sarà chiamato a decidere come proseguire la vertenza.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
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