LE CONSEGUENZE DELLA RECESSIONE ECONOMICA MONDIALE
“ATTACCO SU SCALA MONDIALE AI DIRITTI DEI LAVORATORI ”
“ATTACCO SU SCALA MONDIALE AI DIRITTI DEI LAVORATORI ”
Le elezioni negli Stati Uniti hanno obbligato il governo Bush ad ammettere la gravissima crisi in cui versa l’economia mondiale dopo averla negata e nascosta per 18 mesi.
Oggi scopriamo una economia globale caratterizzata da:
Stati Uniti in recessione, Europa in forte rallentamento economico, Asia in sottoproduzione per la progressiva diminuzione della spesa al consumo nei paesi occidentali e statistiche mondiali sul lavoro che creano grandissima preoccupazione e aprono forti rischi sui diritti.
Nel mondo ci sono tre miliardi di lavoratori, di questi il 49,9% è impiegato in lavori vulnerabili (privi dei minimi diritti di base del lavoro); in Cina, India, America Latina, Europa Centrale e Sudorientale e Russia il 25% dei lavoratori guadagna non più di due euro al giorno; nel mondo ci sono oggi 210 milioni di disoccupati.
Questi sono i frutti avvelenati di una economia globale basata da 10 anni sulla crescita della speculazione finanziaria mondiale ai danni della produzione reale e del lavoro produttivo con un sistema internazionale di distribuzione della produzione, della ricchezza e dei consumi tra le nazioni ineguale ed assurdo, dove masse sterminate di lavoratori, sottopagati e privi di diritti non hanno redditi sufficienti per consumare le merci che producono. Mentre all’interno dei paesi più avanzati, la finanziarizzazione ha avviato una progressiva contrazione della capacità di acquisto dei redditi da lavoro, la diminuzione degli standard dei diritti sociali e forti crisi occupazionali, con processi di redistribuzione della ricchezza caratterizzati da gigantesche disuguaglianze a favore dei più ricchi.
La crisi economica mondiale sta determinando globalmente tre effetti congiunti:
• la scelta dei governi di privatizzare i profitti e socializzare le perdite delle banche
• sostenere le imprese con il credito agevolato e le riduzioni/agevolazioni fiscali
• il sostegno ai consumi che per ora è solo annunciato ma privo di fondi
L’Italia si caratterizza per un quarto drammatico elemento dovuto alle leggi 133 e 120:
• la riduzione strutturale della spesa per lo stato sociale, per i diritti del lavoro, per i redditi da lavoro dipendente e per l’abbandono al proprio destino dei precari
I lavoratori di tutto il mondo, dunque, pagheranno la crisi e di fatto finanzieranno la socializzazione delle perdite bancarie ed i fondi per sostenere le imprese, attraverso la riduzione dei livelli di reddito e occupazionali e dei livelli dei diritti e dello stato sociale.
La crisi economica internazionale sta dunque diventando un alibi per attaccare su scala globale i diritti ed i redditi da lavoro, aumentando nel mondo le masse sterminate di lavoratori sottopagati, precari e privati dei diritti fondamentali del lavoro.
Oggi scopriamo una economia globale caratterizzata da:
Stati Uniti in recessione, Europa in forte rallentamento economico, Asia in sottoproduzione per la progressiva diminuzione della spesa al consumo nei paesi occidentali e statistiche mondiali sul lavoro che creano grandissima preoccupazione e aprono forti rischi sui diritti.
Nel mondo ci sono tre miliardi di lavoratori, di questi il 49,9% è impiegato in lavori vulnerabili (privi dei minimi diritti di base del lavoro); in Cina, India, America Latina, Europa Centrale e Sudorientale e Russia il 25% dei lavoratori guadagna non più di due euro al giorno; nel mondo ci sono oggi 210 milioni di disoccupati.
Questi sono i frutti avvelenati di una economia globale basata da 10 anni sulla crescita della speculazione finanziaria mondiale ai danni della produzione reale e del lavoro produttivo con un sistema internazionale di distribuzione della produzione, della ricchezza e dei consumi tra le nazioni ineguale ed assurdo, dove masse sterminate di lavoratori, sottopagati e privi di diritti non hanno redditi sufficienti per consumare le merci che producono. Mentre all’interno dei paesi più avanzati, la finanziarizzazione ha avviato una progressiva contrazione della capacità di acquisto dei redditi da lavoro, la diminuzione degli standard dei diritti sociali e forti crisi occupazionali, con processi di redistribuzione della ricchezza caratterizzati da gigantesche disuguaglianze a favore dei più ricchi.
CHI PAGHERA’ LA CRISI MONDIALE ?
La crisi economica mondiale sta determinando globalmente tre effetti congiunti:
• la scelta dei governi di privatizzare i profitti e socializzare le perdite delle banche
• sostenere le imprese con il credito agevolato e le riduzioni/agevolazioni fiscali
• il sostegno ai consumi che per ora è solo annunciato ma privo di fondi
L’Italia si caratterizza per un quarto drammatico elemento dovuto alle leggi 133 e 120:
• la riduzione strutturale della spesa per lo stato sociale, per i diritti del lavoro, per i redditi da lavoro dipendente e per l’abbandono al proprio destino dei precari
I lavoratori di tutto il mondo, dunque, pagheranno la crisi e di fatto finanzieranno la socializzazione delle perdite bancarie ed i fondi per sostenere le imprese, attraverso la riduzione dei livelli di reddito e occupazionali e dei livelli dei diritti e dello stato sociale.
La crisi economica internazionale sta dunque diventando un alibi per attaccare su scala globale i diritti ed i redditi da lavoro, aumentando nel mondo le masse sterminate di lavoratori sottopagati, precari e privati dei diritti fondamentali del lavoro.
DIFENDERE IL LAVORO, ESTENDERE I DIRITTI
PER AVERE UN FUTURO CIVILE
PER AVERE UN FUTURO CIVILE
SLC CGIL ROMA E LAZIO
1 commento:
Viste le voci sempre più insistenti all'interno dell'azienda(almeno sulla campagna tim 119)da parte non solo di ats ma anche di delegati sindacali circa imminenti assemblee sindacali per discutere su non chiare proposte aziendali di orari multiperiodali(così mi pare li chiamino)per cui un lavoratore per due mesi consecutivi resta a casa e "recupererà" nei restanti mesi dell'anno quelle ore con un part time a 6 ore;viste le voci sempre più insistenti di gravità assoluta della situazione aziendale tali da minacciare l'imminenza di cassa integrazione se non di chiusura da parte delle stesse fonti;e vista la realtà che ad oggi ci parla di ulteriore richiesta di ferie forzate nella campagna tim 119 "data la gravità della situazione" dopo la prima tranche "forzata" di ferie di novembre ora anche per tutto dicembre...chiedo troppo se qualche delegato rsu animato da buona volontà possa fare chiarezza una volta per tutte su tali allarmistiche voci?e su queste ferie forzate di cui ormai non abbiamo possibilità di pianificazione nemmeno per il 50%?
ve ne sarei infinitamente grato(anche perchè circa la situazione aziendale io ero rimasto all'ultimo comunicato del 10/11/2008 ma evidentemente mi sono perso qualche rilevante evoluzione);grazie in anticipo
OrtegaYGassett
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